Osservazione su un caso di nevrosi ossessiva (1909): parte 1

Premessa (1909, 6:7-9)

Per la sua durata, le conseguenze dannose, questo caso può essere classificato tra quelli più gravi. Il trattamento ha avuto luogo per un anno circa, ottenendo una piena restaurazione della personalità del paziente e la scomparsa delle sue inibizioni. I soggetti affetti da nevrosi ossessiva grave difficilmente si sottopongono al trattamento psicoanalitico, diversamente invece accade per gli isterici. Comprendere una nevrosi ossessiva è molto difficile, sicuramente è più complicato rispetto ad un caso d’isteria anche se dovrebbe esse proprio il contrario, poiché il linguaggio dell’ossessivo si lascia meglio esprimere dal nostro pensiero cosciente rispetto al linguaggio isterico. Probabilmente ciò è dovuto solo alla nostra scarsa familiarità con la nevrosi ossessiva.


Dalla storia della malattia: inizio del trattamento; sessualità infantile (1909, 6: 10-15)

È un giovane uomo, di cultura universitaria, che dichiara di soffrire, fin da bambino, di rappresentazioni ossessive che negli ultimi quattro anni sono diventate più intense. La malattia si sostanzia nei timori che qualcosa di brutto possa accadere a due persone a lui molto care, il padre e una signora che ammira. Il giovane è preda di impulsi ossessivi, come per esempio quello di tagliarsi la gola con un rasoio, oppure costruisce dei divieti anche per cose insignificanti.  Il trattamento inizia con l’impegno, da parte del paziente, di dire tutto ciò che spontaneamente gli passa per la mente, cose sgradevoli o cose che ritiene non pertinenti o assurde. Il paziente narra che da bambino era preda di un aspetto della pulsionale sessuale: il piacere di guardare, dal quale poi maturava spesso un intenso desiderio di vedere donne che gli piacevano nude. Questo desiderio si connette all’idea ossessiva sorta successivamente. Il desiderio ossessivo si collega intimamente alla paura che, tutte le volte che emergono quei pensieri, possa accadere qualcosa di terribile. La nevrosi ossessiva evidenzia in modo più palese, rispetto all’isteria, che i fattori alla base della psiconevrosi non sono da ricercare nella vita sessuale attuale, ma piuttosto in quella infantile.

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Cfr. S. Freud, Casi clinici e altri scritti 1909-1912, Opere di S. Freud, Vol. 6, Torino, Bollati Boringhieri, 2003