Dalla storia di una nevrosi infantile (Caso clinico dell’uomo dei lupi) (1914): parte 3

Il sogno e la scena primaria (7:507-23)

Nel sogno si apre da sola la finestra della camera da letto e il paziente vede sul grosso noce di fronte alla finestra sei, sette lupi bianchi. Terrorizzato dalla possibilità di essere divorato dai lupi iniziò ad urlare per poi svegliarsi. L’interpretazione del sogno continuò per molti anni. L’unico accadimento degno di nota nel sogno è stato l’aprirsi della finestra, infatti i lupi si mostrarono pacificamente seduti sui rami dell’albero. Il soggetto ha sempre accostato questo sogno con il ricordo della paura provata in infanzia per aver visto la figura di un lupo in un libro di fiabe. L’immagine emersa quella notte nel caotico susseguirsi delle tracce mnestiche è quella di un coito tra i genitori, realizzatosi in condizioni inconsuete ovvero favorevoli per l’osservazione. Il soggetto in quel periodo aveva un anno e mezzo, e aveva visto genitori in questo modo: l’uomo in piedi e la donna prona come un animale. Per il paziente la posizione del lupo avrebbe riattivato il ricordo della posizione assunta dal padre durante la scena primaria. La figura ha dato avvio ad altre manifestazioni di angoscia: “la paura di essere divorato dal lupo”. Freud interpreta dicendo che era la trasposizione del desiderio di essere posseduto carnalmente dal padre, ovvero di essere appagato da lui come la madre. L’atteggiamento passivo nei confronti del padre, la sua meta sessuale, era stata rimossa: al suo posto era sorta la paura del padre sotto forma di fobia dei lupi. La madre raffigurava la posizione del lupo evirato che chiede agli altri di montargli sopra. Il padre assume il ruolo del lupo che monta. Nel sogno il bambino si identifica con la madre castrata e lotta allo stesso tempo contro questa identificazione: un caso emblematico di “protesta virile”. L’evoluzione sessuale in questo caso ha subìto dei turbamenti: influenzata massicciamente dalla seduzione, è stata poi fuorviata dall’osservazione della scena del coito che a posteriori ha agito come seconda seduzione.

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Cfr. S. Freud, Totem e tabù e altri scritti 1912-1914, Opere di S. Freud, Vol. 7 Torino, Bollati Boringhieri, 2000