Analisi della fobia di un bambino di cinque anni (Caso clinico del piccolo Hans) (1908)

(Cfr. Freud S., (1908) Analisi della fobia di un bambino di cinque anni. (Caso clinico del piccolo Hans), in Il motto di spirito e altri scritti 1905-1908, Torino, Bollati Boringhieri, 2001, Vol. 5: 481-589)

Introduzione (481-93)

Le prime notizie sul piccolo Hans si riferiscono a prima che compisse tre anni. Fin da allora la sua attenzione era rivolta con particolare attrattiva a quella parte del suo corpo che amava chiamare “fa pipì”. Verso i tre anni e nove mesi distingue l’animato e dall’inanimato a partire dalla presenza o l’assenza di un fapipì. Mostra una vivida curiosità conoscitiva in generale ed in particolare per le questioni di natura sessuale. Nella fattispecie il suo interesse è rivolto ai genitori: si chiede se il papà e la mamma hanno anche loro un fapipì. Sorpreso mentre con una mano si toccava il pene, fu minacciato di evirazione dalla madre. A tre anni e mezzo nasce la sorellina Hanna, avvenimento che sembra assumere un notevole importanza per lui. Il piccolo Hans dirà: “Il suo fapipì è ancora piccolo.” Freud sottolinea come egli a tre anni e nove mesi mostra il primo e non l’ultimo tratto di omosessualità. Intorno i quattro anni e tre mesi quando è aiutato a fare pipì gli procura un certo piacere. A quattro anni e mezzo, invece di negarla, Hans appare consapevole della distinzione tra genitali maschili e femminili.

Malattia e analisi (494-554)

A quattro anni e nove mesi una mattina si alza piangendo. La madre gli domanda che cosa sia successo ed egli risponde di aver pensato, nel sonno, che lei se ne fosse andata via. Sembra essere un sogno d’angoscia. In quel periodo il legame e la tenerezza verso la madre si è particolarmente cresciuto. Hans racconta di una sua fantasia circa una giraffa grande e una giraffa sgualcita. L’interpretazione che ne dà Freud mette in evidenza che la giraffa grande, in particolare il suo lungo collo, rappresenta il pene del padre, mentre la giraffa sgualcita rappresenta il genitale della madre. Appena sveglio, la mattina, il piccolo Hans si dirige verso il letto dei genitori per farsi accarezzare, mettendosi in competizione con il padre. Il tratto caratteristico del disturbo di Hans è l’incontrollabile terrore che prova dinnanzi ad animali grandi, in particolare cavalli: gli animali grandi possiedono un fapipì grande. Come tutte le angosce dei bambini, anche quella di Hans inizialmente è priva d’oggetto, essa corrisponde ad un desiderio sessuale rimosso. Con i passare del tempo la fobia del piccolo peggiora al punto tale che risulta impossibile persuaderlo ad uscire. La causa diretta della fobia sembra esser stato l’aver assistito alla caduta di un enorme cavallo. Una delle possibili interpretazione sembra essere proprio quella del padre che sostiene che Hans in quel momento avrebbe desiderato che a cadere, ed addirittura a morire, fosse stato il padre, per poterne prende il posto accanto alla madre. Successivamente Freud affronta la questione della sorella Hanna che Hans immagina in una cassa, che rappresenta l’utero.

Epìcrisi (555-564)

Freud non accetta l’ipotesi che il piccolo Hans sia semplicemente predisposto alla nevrosi. I genitori considerano il bambino sereno e sincero. Il suo vivido interesse per la vita sessuale e per il fapiì lo rendono un bambino un bambino molto curioso ed intelligente. Egli comprende la differenza tra l’animato e l’inanimato a partire dalla presenza/assenza del fapipì. È interessato a questa parte del corpo che per lui è presente in tutti gli esseri viventi che considera simili a lui. Seppur osserva l’assenza del fa pipì nella sorella appena nata continua a sostenere che anch’ella lo possieda. Nella sua crescita sessuale la zona genitale rappresenta fin dall’inizio, tra le varie zone erogene, quella dalla quale poter trarre maggior piacere. La nascita di Hanna ha un ruolo molto rilevante nella suo crescita psicosessuale. L’evento complica la sua relazione con i genitori ponendogli problemi molto difficili da risolvere. La fantasia cardine costruita da Hans rappresenta la sintesi di tutti i suoi desideri, si di quelli provenienti dallo stadio autoerotico che da quelli originatisi dall’amore oggettuale. Hans rappresenta un piccolo Edipo che anela a prendere il posto del padre per poter prendere il suo posto accanto madre.

Epìcrisi (2) (564-584)

Hans è colpito da un attacco di angoscia un giorno, mentre si trovava in strada. La sua fobia si fissa sempre di più sull’oggetto cavallo. All’acme dello stato di angoscia egli  dirà: “Il cavallo verrà nella camera.” Sembra esserci stata un escalation che ha portato all’acuirsi dell’angoscia: pochi giorni prima Hans si è destato da un brutto sogno la mamma se ne sarebbe andata; i genitori gli dicono che l’angoscia è causata continuo toccarsi il fapipì e lo spingono a non farlo più. Hans ha paura dei cavalli dei loro morsi, delle carrozze, dei carri da trasloco, degli omnibus, i cavalli che si stanno per muovere, dei cavalli grandi e pesanti e che procedono correndo speditamente. Hans dà anche una spiegazione di questa sua paura: i cavalli possono cadere, ed è per questo motivo, secondo Freud, che ingloba nella fobia tutti quegli elementi che sembrano favorire la caduta. Il cavallo che cade oltre a rappresentare la morte del padre, raffigura anche la madre che partorisce. La nascita di Hanna attiva in Hans la questione della nascita e l’idea che il padre abbia avuto un ruolo nella La nascita della sorellina fa sorgere in lui il problema della nascita e l’idea che il padre abbia avuto un ruolo nella venuta al mondo della piccola Hanna, idea difficile da accettare per lui. La fobia l’angoscia che lo colpisce sembra potersi spiegare attraverso la rimozione delle spinte aggressive contro il padre.

Epìcrisi (3 e Poscritto del 1922) (584-589)

Freud sottolinea come Hans fosse un ragazzino sano, calmo, adorabile, intelligente, di piacevole compagnia. Il trattamento analitico porta alla guarigione: la paura dei cavalli sparisce e assume una sorta atteggiamento di forza con suo padre. Il lavoro analitico è riuscito a far luce sulla rimozione, che è stata sostituita dalla condanna per quelle tendenze aggressive. Freud, avrebbe anche dato delle spiegazioni più limpide sull’esistenza dell’organo sessuale femminile e sul coito, per consentire che i le idee istintive che il bambino aveva avessero trovato conferma in modo tale da ridurre i dubbi insoluti per porre fine alle continue domande del bambino. Nel Poscritto si saprà che lo sviluppo “piccolo Hans”, procederà senza problemi: diventerà un giovane sano senza disturbi o inibizioni di sorta.