Tre saggi sulla teoria sessuale (1905)

Le aberrazioni sessuali. Deviazioni rispetto all’oggetto sessuale: L’inversione (451-463)

La persona che causa l’attrazione sessuale è l’oggetto sessuale, l’azione che la pulsione tende a realizzare è denominata da Freud meta sessuale. Ci possono essere delle deviazioni rispetto all’oggetto sessuale. Le diverse direzioni cui può tendere la spinta sessuale sono alla base della costituzione degli: invertiti assoluti, invertiti anfigeni (ermafroditi psicosessuali) e invertiti occasionali. Per la prima categoria Freud riprende la credenza dell’epoca circa il carattere innato alla base di quella condizione, mentre le altre due categoria difficilmente possono originarsi per fattori innati. Tuttavia la querelle innato/acquisito sembra non essere rilevante per spiegare la natura dell’inversione. L’ermafroditismo psichico implica che la questione sull’inversione sia giocata sul versante dell’oggetto sessuale che risulta essere diverso rispetto a quello normale. Inizialmente, la pulsione sessuale sembra essere autonoma dal proprio oggetto, e probabilmente essa non si origina a partire dagli stimoli del’oggetto stesso. Freud afferma che molti sono i casi in cui la tipologia e il valore dell’oggetto sessuale passano in secondo piano. L’elemento caratterizzante della pulsione sessuale sembra essere qualcos’altro.

Le aberrazioni sessuali: Deviazioni riguardo alla meta sessuale: Prevaricazioni anatomiche (463-472)

Le perversioni sono caratterizzati o da atti sessuali innaturali su zone del corpo destinate all’unione sessuale o da azioni sessuali su aree di secondaria importanza dell’oggetto sessuale che normalmente subitamente tralasciate per la meta sessuale finale. Tutti quei fattori che ostacolano o allontanano la meta sessuale normale producono una certa inclinazione ad esitare nei preliminari creando così nuove mete sessuali che possono prendere il posto di quelle normali. Tra le più frequenti perversioni Freud si sofferma sul sadismo  e il masochismo, sostenendo che generalmente si incontrano entrambe le forme nella stessa persona.

Le aberrazioni sessuali: Dati generali su tutte le perversioni (473-75)

Freud ricorda che la maggior parte delle perversioni più lievi fanno parte della vita sessuale degli individui normali, ed anche un individuo sano può prediligere per un certo periodo di tempo una perversione accanto alla normale meta sessuale. Mentre tutte quelle perversioni che oltrepassano il pudore, il disgusto, la sofferenza e l’orrore sono definite morbose, e cioè non sono quelle perversioni che si accompagnano anche alla meta sessuale normale,ma quando la meta sessuale normale è sostituita in tutte le condizioni..

Le aberrazioni sessuali: Pulsione sessuale nei nevrotici (475-479)

La ricerca psicoanalitica ha dimostrato che le psiconevrosi quali l’isteria, la nevrosi ossessiva, la nevrastenia compreso la demenza precoce e la paranoia si originano a partire da forze pulsionali sessuali. La psicoanalisi è in grado di intervenire sui sintomi isterici se questi rappresentano una sostituzione patologia di desideri psichici affettivamente investiti che attraverso la rimozione non hanno più accesso alla coscienza. Tali sintomi sostituiscono  impulsi che affondano le loro radici nella pulsione sessuale. Tra la spinta pulsionale e la resistenza alla sessualità si l’unica scappatoia la malattia. Nella vita inconscia dei nevrotici si riscontra sempre tendenze sessuali invertite, e cioè fissazione della libido su individui dello stesso sesso ma raramente si sviluppa una sola di queste pulsioni perverse, generalmente molte di esse, usualmente ce n’è traccia di tutte.

Le aberrazioni sessuali: Pulsioni parziali e zone erogene (479-480)

La pulsione è la rappresentanza psichica di una fonte di stimolo in continuo flusso, endosomatica. Lo stimolo invece è si produce dagli eccitamenti singoli ed isolati derivati dal mondo esterno. Le parti del corpo producono due tipologie di eccitamenti che si differenziano per i processi chimici che li sottendono, una di queste due è di tipo sessuale, e si riferisce a parti del corpo denominate “zona erogene”, le quali producono la pulsione sessuale parziale. Nelle perversioni la tendenza sessuale a soffermarsi sugli orifizi orale e anale, il ruolo della zona erogena è senz’altro evidente. Nell’isteria, tali porzioni del corpo producono nuove sensazioni come se diventassero dei veri e propri genitali. Nella nevrosi ossessiva gli impulsi generano nuove mete sessuali indipendenti dalle zone erogene. Il piacere di guardare e di esibire, trova nell’occhio la zona erogena di riferimento; nella dinamica dolore-crudeltà del masochismo e del sadismo la pelle assume quel ruolo.

Le aberrazioni sessuali: L’apparente prevalere della sessualità perversa nelle psiconevrosi (481-483)

Negli psiconevrotici, generalmente, la malattia appare dopo la pubertà, quando ci sono le prime fisiologiche spinte sessuali. Contro la sessualità si oppone innanzitutto la rimozione, oppure, per aver impedito alla libido il normale soddisfacimento, successivamente si produrranno malattie. La metafora che Freud usa per descrivere entrambe queste possibilità riferite alla libido è quella di una corrente di un fiume il cui letto principale è ostruito da qualcosa e che pertanto finisce per diramarsi in tanti rivoli di acqua che vanno a riempire canali adiacenti che fino a quel momento erano rimasti vuoti. Le perversioni, ricorda Freud, presentano sicuramente alcuni fattori innati ma è una predisposizione presente in tutti gli uomini  e che in quanto tale può variare nella sua gravità e che necessita comunque dell’influenza della vita per manifestarsi massimamente. Quei fattori che possono essere considerati innati per la formazione delle perversioni sono riscontrabili nel bambino, infatti i nevrotici mantengono la loro sessualità ancora allo stato infantile o tendono a ritornare in quella condizione.

La sessualità infantile: Il periodo di latenza sessuale dell’infanzia e le sue interruzioni (484-90)

Freud parla di “amnesia infantile” quando si riferisce alla vita sessuale nell’infanzia, una sorta di preistoria che cela i primordi della sessualità. Generalmente si attribuisce scarsa importanza all’infanzia per quanto riguarda lo sviluppo sessuale dell’individuo, invece il neonato in embrione ha già i primi impulsi sessuali che continuano a svilupparsi fino ad un certo punto per poi subire una rimozione sempre più radicale. La sessualità dei bambini diventa osservabile intorno al terzo o al quarto anno di vita. Durante il periodo di latenza si creano quelle condizioni psichiche che in un secondo momento ostacoleranno la pulsione sessuale. Attraverso la sublimazione, e cioè la deviazione delle pulsioni sessuali dalle mete sessuali per lanciarsi su nuove mete, si hanno numerosi vantaggi per la civiltà. Stessa cosa dicasi per lo sviluppo del singolo individuo.

La sessualità infantile: Le manifestazioni della sessualità infantile (490-493)

La suzione, cioè il succhiare con piacere, è tra le attività sessuali infantili per antonomasia, è presenta già nel poppante. Freud ricorda inoltre la pulsione di afferrare facendo dondolare, per esempio, il lobo dell’orecchio. La suzione assorbe completamente l’attenzione ingenerando sonnolenza o reazioni motorie, una sorta di orgasmo. Il ciucciare del bambino è legato alla ricerca di un piacere già sentito e che ora viene rammentato attraverso questa azione. Nel succhiare con delizia (suzione) è possibile rintracciare le caratteristiche fondamentali della sessualità infantile: a) nasce agganciandosi a una delle funzioni vitali del corpo; b) non ha ancora un oggetto sessuale;  c) è autoerotica; d) è una zona erogena a determinare la sua meta sessuale.

La sessualità infantile: La meta sessuale della sessualità infantile (493-495)

Per zona erogena si intende quella zona della cute o della mucosa, ove stimoli di una certa natura producono una sensazione di piacere specifica. La  sensazione di piacere dipende dalla qualità dello stimolo piuttosto che dalla natura del punto del corpo. Il bambino abituato a succhiare cerca e poi sceglie una zona qualsiasi del proprio corpo per succhiare con delizia, zona che per abitudine poi diverrà la sua prediletta.  Qualcosa di analogo incontriamo nella sintomatologia dell’isteria dove la rimozione dove la rimozione agisce sulle zone genitali le quali trasmettono la loro eccitabilità alle altre zone erogene che finiscono per comportarsi come veri e propri genitali. La meta sessuale della pulsione infantile consiste nel provocare il soddisfacimento sessuale mediante stimolazione appropriata della zona erogena scelta in un modo o nell’altro. La meta sessuale della pulsione infantile produce soddisfacimento sessuale attraverso la stimolazione di un certo tipo della zona erogena, tale soddisfacimento, ipotizza Freud, è stato provato precedentemente, per far sì che si abbia una spinta a ripeterlo. La meta sessuale sembra consistere nella tendenza a sostituire, la sensazione di stimolo proiettata nella zona erogena, mediante uno stimolo esterno che elimini la prima sensazione di stimolo producendo la sensazione di soddisfacimento.

La sessualità infantile: Le manifestazioni sessuali masturbatorie (495-502)

La zona anale, come quella orale (labiale), per la sua specifica posizione funge da appoggio della sessualità per altre funzioni del corpo. I problemi intestinali, molto frequenti durante l’infanzia, comportano intense stimolazioni in questa zona. L’attività masturbato ria dell’infante sparisce dopo poco tempo successivamente, usualmente poco prima del quarto anno in questa zona genitale riappare la pulsione sessuale per continuare a produrre i suoi effetti fino a che una nuova rimozione agisca oppure per continuare senza interruzione. Il bambino è costituzionalmente perverso e polimorfo… Fin dall’inizio, nonostante il predominio delle zone erogene, il bambino ha come oggetti sessuali, altre persone: pulsioni del piacere di guardare e di esibire, e della crudeltà. Ancora più marcatamente delle attività sessuali connesse a zone erogene, nel bambino si sviluppa la componente crudele della pulsione sessuale. La spinta alla crudeltà si origina dalla pulsione di appropriazione presentandosi nella vita sessuale quando i genitali non hanno ancora acquisito la loro funzione,  per dominare successivamente quella fase della vita sessuale pregenitale.

La sessualità infantile: L’esplorazione sessuale infantile (502-505)

Tra il terzo e il quarto anno di vita si manifestano nel bambino le prime spinte legate alla pulsione di sapere o di ricerca, come modo sublimato di appropriazione da un lato e come energia del piacere di guardare dall’altro. Il bambino maschio presuppone che tutte le persone abbiano un genitale come il suo. Risulta impossibile per lui concepire l’assenza del pene con la rappresentazione che ha delle altre persone. Tale convinzione sarà l’arma per difendersi dalle contraddizioni che l’osservazione gli presenta, solo dopo molti dissidi interni, cioè dopo il complesso di evirazione, tale idea sarà abbandonata. Diverse categorie di perversioni sono connesse alle formazioni sostitutive riferite alla mancanza del pene nella donna . Nel caso della bambina, nel momento in cui osserva che il genitale maschile ha la forma diversa dal suo, viene subito riconosciuto e sorge in lei l’invidia del pene.

La sessualità infantile: Fasi evolutive dell’organizzazione sessuale (505-508)

La sessualità infantile è fondamentalmente autoerotica. Le singole pulsioni parziali spingono al raggiungimento del piacere e sono indipendenti le une dalle altre. Studiando le inibizioni e le perturbazioni di questa fase evolutiva più approfonditamente l’organizzazione delle pulsioni parziali. Le organizzazioni della sessualità connesse alle zone genitali che non hanno ancora sviluppato la loro funzione naturale, si chiamano pregenitali, la prima di queste è quella orale. Una seconda fase è quella sadico-anale, dove è presente già la polarità sessuale attivo /passivo e l’oggetto estraneo, seppur mancando la funzione procreativa. Tale organizzazione sessuale mantenersi per tutta la vita dell’individuo caratterizzando la maggior parte dell’attività sessuale. Durante la vita sessuale le spinte sessuali si dirigono verso un’unica persona attraverso le quali anelano a raggiungere le loro mete;  ciò rappresenta nell’infanzia la configurazione più simile a quella che sarà la strutturazione tipica della vita sessuale della pubertà. La scelta oggettuale sembra realizzarsi in due tempi, il primo tra i due e i cinque anni, per farla tacere durante il periodo di latenza, il secondo con la pubertà caratterizzata dall’organizzazione definitiva della vita sessuale.

La sessualità infantile: Fonti della sessualità infantile (508-513)

L’eccitazione sessuale si manifesta: come riproduzione di un soddisfacimento sentito insieme con altri processi organici; a seguito di un’adeguata stimolazione delle zone erogene; c) come estrinsecazione di alcune pulsioni. I processi affettivi più intensi hanno a che fare con la sessualità, e ciò consente di meglio comprendere l’incidenza psicopatogena di  emozioni di questo tipo. Anche la concentrazione conseguente ad un compito intellettuale in molte persone comportano un certo eccitamento sessuale.

Le trasformazioni della pubertà: il primato delle zone genitali e il piacere preliminare (514-519)

I cambiamenti che si verificano nella pubertà avviano la vita sessuale infantile verso la sua definitiva strutturazione. La sessualità prende una direzione sana se la spinta sessuale e quella di tenerezza sono dirette verso l’oggetto e la meta sessuale ad essi destinata. Negli individui di sesso maschile meta sessuale durante la pubertà consiste nell’eiaculazione. L’eccitazione sessuali si raggiunge: attraverso la stimolazione delle zone erogene e cioè dal mondo esterno, dal corpo stesso in quanto organismo, dalla attività psichica che diventa luogo di conservazione delle stimolazioni provenienti dal mondo esterno e di ricezione degli eccitamenti interni. Con la dovuta stimolazione le zone erogene producono un determinato piacere che comporta un aumento della tensione necessaria per l’atto sessuale.

Le trasformazioni della pubertà: il problema dell’eccitamento sessuale (519-522)

Freud suppone l’accumulazione di prodotti sessuali sessuali causi e conservi la tensione sessuale, probabilmente perché tali prodotti pressano sulle pareti dei loro serbatoi stimolando una certa area spinale, la cui condizione è percepita dai centri superiori  e che poi produce sensazione di tensione riconosciuta dalla coscienza. Freud per avallare la tesi che la produzione di materie sessuali induca all’eccitamento sessuale riporta l’esempio di alcuni maschi eunuchi, sostenendo che nelle gonadi si generano sostanze chimiche immesse nel sangue, producano, attraverso il sistema nervoso centrale, una tensione sessuale.

Le trasformazioni della pubertà: La teoria della libido (523-524)

Freud chiama libido la forza variabile utile per misurare i processi e le conversioni dell’eccitazione sessuale. L’ipotesi di fondo è che, una certa quantità di libido, il cui correlato psichico è denominato “libido dell’Io”, e la generazione, l’incremento/decremento, la suddivisione e lo spostamento di essa, possa consentire di comprendere i fenomeni psiconevrosi. La libido dell’Io può essere oggetto di studio della psicoanalisi solo se psichicamente canalizzata attraverso investimenti su oggetti sessuali, in altre parole, se è diventata “libido oggettuale”. La libido dell’Io, contrapposta alla libido oggettuale, è anche chiamata “libido narcisistica”. La libido narcisistica (o libido dell’Io) rappresenta per Freud un il grande serbatoio dal quale si originano gli investimenti oggettuali e nel quale nuovamente essi ritornano. L’investimento libidico di tipo narcisistico dell’Io rappresenta lo stato originario realizzato nell’infanzia celato dalle emissioni successive di libido, ma che continua a conservarsi dietro di esse.

La trasformazione della pubertà: Differenziazione del maschio e della femmina (525-527)

La manifestazione degli elementi distintivi maschili/femminili avverrà con la pubertà: la netta separazione delle differenti caratteristiche di genere influenzerà radicalmente sulla modalità in cui si strutturerà la vita umana. La nascita delle inibizione sessuali (pudore ecc.) avviene prima nella femmina. La masturbazione si manifesta in entrambi i sessi. Nel ragazzo la pubertà comporta una grande esplosione di libido, mentre nella ragazza comporta una nuova rimozione che colpisce innanzitutto la sessualità clitoridea. Quando avviene il trasferimento dell’eccitabilità dalla clitoride all’ingresso della vagina, nella donna ci si predispone per la successiva attività sessuale, mentre l’uomo ha mantiene quella dell’infanzia.

Le trasformazioni della pubertà: Il rinvenimento dell’oggetto

Se fisiologicamente durante la pubertà l’eccitazione maschile (erezione) è indice della maturazione di una nuova meta sessuale (genitale femminile), psichicamente abbiamo il ritorno dell’oggetto formatosi nella prima infanzia. Durante la latenza il bambino, dipendente dall’altro e bisognoso di cure, ama altre persone in grado di soddisfare i suoi bisogni sempre secondo la modalità relazionale lattante/nutrice. Fin dalla seconda infanzia i bambini i bambini si comportano come se la natura della dipendenza dalle persone che hanno cura di loro fosse amore sessuale. L’angoscia provata dai bambini esprime fondamentalmente la mancanza della persona amata. Il divieto dell’incesto si ha grazie al differimento della pulsione sessuale, grazie al tabù sessuale sancito dalla società. La sessualità del periodo adolescenziale è fortemente caratterizzata dalla fantasia. Il distacco dall’autorità genitoriale si compie con l’abbandono delle fantasie incestuose. La scelta incestuosa dell’oggetto è strettamente connesso con le i turbamenti profondi dello sviluppo psicosessuale. Successivamente al rifiuto della sessualità, una parte o tutta l’attività psicosessuale riferita al riaffiora mento dell’oggetto resta inconscio. Anche chi ha superato le problematiche connesse con la fissazione incestuosa della libido non è immune dagli effetti dell’oggetto. L’obbiettivo che la scelta oggettuale non dovrebbe mancare è quello di dirigersi verso il sesso opposto.

Riepilogo (535-546)

Lo sviluppo sessuale tipicamente umano garantisce l’attitudine allo sviluppo di una civiltà superiore, ma contemporaneamente crea nell’uomo una certa inclinazione alla nevrosi. Spesso nei componenti delle stesse famiglie si riscontra una connessione tra la perversione e la psiconevrosi. Se i tratti famigliari predisponenti si conservano si consolidano in età matura: il risultato finale sarà una vita sessuale perversa. Una scarsa genitalizzazione la spinta sessuale nella direzione dello scopo riproduttivo è destinata a fallire e la tendenza alla perversione dominerà nella vita sessuale dell’individuo. Attraverso il processo della rimozione alcune spinte sessuale deleterie possono placarsi, gli eccitamenti si produrranno normalmente, seppur un blocco psichico impedirà di raggiungere la meta e li spingerà per vie diverse, fino alla formazione dei sintomi. Grazie alla sublimazione eccitamenti esagerati di tipo sessuale possono defluire in altri campi della vita umana, in modo tale che quelle predisposizioni potenzialmente pericolose, possono contribuire a migliorare le prestazioni psichiche.

(Cfr. Freud S.,(1905) Le trasformazioni della pubertà, in  Tre saggi sulla sessualità infantile, in Opere, Boringhieri, Torino, 1980)