Due note su Melanie Klein e Lacan: parte 3

Con i bambini piccoli, Melanie Klein allarga la possibilità di fare terapia fino all’infanzia. L’associazione libera con i bambini è possibile attraverso il gioco. Libera associazione con gli oggetti. Non si può giocare sull’equivoco come si fa con l’analisi degli adulti. L’equivoco non funziona perché non c’è la lettera, la differenzialità tra le parole. La Klein lavorava con gli oggetti piccoli, molto importanti, con i quali poter interpretare lo spostamento, la ricomposizione: rubinetti, interruttori della luce … . Ha trasferito sull’oggetto tutto ciò che i lacaniani riconoscono al significante. Winnicot invece lavorava con lo scarabocchio. Faceva uno scarabocchio e lo lasciava completare al bambino.

Una questione che differenzia la Klein da Freud è la sessuazione. La sessualità femminile non è la versione femminile della castrazione edipica. La sessualità femminile ha una sua propria esistenza. Per la Klein la bambina, si trova in una posizione “recettiva” ma non passiva: riceve il seno, e nella sessualità adulta, il pene. Il super-io femminile è più forte perché è in posizione di ricevere il pene paterno. L’identificazione materna alla madre si realizza attraverso l’assunzione della posizione ricettiva del pene del padre. La donna è più dipendente dall’amore del padre ma introietta meno il significante del padre come legge, e questo le rende più deboli. È più esposta alle contingenze delle condizioni legate al suo uomo. Ci sono delle donne che cambiano valori in corrispondenza dei valori del proprio uomo. Melanie Klein la pensa differentemente: a donna kleniana è una donna forte. Tutti i movimenti femminili si ispirano alle teorie di Melanie Klein. Il masochismo femminile per lei non esiste.

La Klein ha fatto dell’invidia un punto fondamentale della sua teoria. Nella relazione invidiosa il soggetto deve in primis lottare contro le angustie della vita, deve sopravvivere. La relazione con la madre è invidiosa. Per la Klein, la relazione invidiosa con la madre non si origina dall’amore che questa prova per il padre e che dovrebbe invece donare alla figlia, ma dal fatto che il padre è un appendice della madre che la bambina vuole strappargli.