Due note su Melanie Klein e Lacan: parte 2

In Melanie Klein l’alienazione si colloca nella posizione schizoparonoidea: allontanando da sé le proprie parti cattive. Il ritorno è la riparazione, l’attacco sadico è seguito da una riparazione. L’andata e il ritorno sono la stessa cosa. È una dialettica di guerra che viene pacificata così. Il soggetto nasce nell’angoscia della sopravvivenza, è un soggetto solo, a farsi largo con il sadismo. Il ritorno dalla posizione di aggressore, si realizza attraverso la separazione, disalienandosi dall’altro. Il sadismo tuttavia ha reso possibile l’apertura all’altro. È necessario pensare ad un ritorno possibile da quell’andata sadica contro l’altro. La posizione depressiva consente un riconoscimento dell’altro, consente di riconoscere all’altro una certa unità. L’unitarietà dell’immagine, per la Klein, non è formatrice del “Je” lacaniano ma dell’unitarietà dell’altro, cioè consente la nascita del Super-Io. In Klein il Super-Io è equivalente del “Je”. La madre ha degli oggetti (compreso il pene). Il mondo della Klein è pervaso dal simbolico: ma il simbolico viene immaginarizzato. Per la Klein l’analisi non è conclusa se non si è arrivato a toccare il bambino, il neonato che è in noi.

Lacan chiamerà Klein “trippaiola”, perché è riuscita ha far parlare le viscere, l’essere: non bisogna arretrare dinnanzi alle angosce primitive, è necessario far sì che quell’esperienza in qualche modo “parli”. Dallo spezzettamento paronide si passa all’unità di una strutturazione. Il Super-io aiuta a temperare gli effetti destabilizzanti dell’angoscia, gli assalti dell’aggressività. Alla base del pensiero della Klein c’è un pessimismo radicale. Il soggetto è fondamentalmente solo: c’è una solitudine tragica del soggetto. La pratica kleiniana è incentrata sull’immaginario ma inquadrata nel simbolico. Lei è andata a sperimentare l’angoscia, la morte, il transfert negativo,  a differenza di Anna Freud che si faceva promotrice di una pratica che riteneva efficace solo se c’era collaborazione, solo a fronte di un transfert positivo. La sperimentazione del sadismo nei confronti dell’altro è necessario, Dick si ammala proprio perché è inibito in questa tendenza naturale sadica nei confronti dell’altro: la pulsione di morta è agita in prima persona, non viene dialettizzata per dir così. Il caso di Dick sarà il caso dal quale Lacan estrapolerà la teoria dell’inconscio strutturato come il linguaggio.