Disturbo dell’identità di percezione (11/28)

Ripetiamo: l’intreccio tra stato somatico e fantasia (nel senso di realtà interna inconscia) produce una scarica pulsionale, che per scaricarsi ha bisogno di un’azione che viene percepita come uno stimolo proveniente dall’esterno.

Abbiamo due percezioni che si producono in concomitanza. Una causata da un evento accaduto nel mondo esterno, evento che ha ingenerato una risposta attraverso il sistema cognitivo, cosciente, in relazione con lo stimolo stesso. L’altro stimolo, invece, viene codificato come proveniente dal mondo esterno anche se in realtà viene dall’interno.

Il soggetto è diviso da questa identità di percezione.

Ciascuno di noi è sottoposto alla pressione di uno scenario inconscio che orienta le nostre azioni e che produce sempre la stessa tensione, riconducibile ad una questione centrale, enigmatica, troppo vicina alla nostra più profonda intimità ma allo stesso tempo incomprensibile.

La percezione dell’azione causata dalla realtà conscia (es. desiderio di masturbarsi, di mangiare, di giocare d’azzardo, di drogarsi…) e quella prodotta dalla realtà inconscia (es. desiderio incestuoso verso la madre) si intrecciano, si confondono.

Le due percezioni si congiungono in un’unica azione.

La spinta verso una determinata azione, prodotta dalla scarica pulsionale, deve fare i conti con la realtà, ma grazie all’attività di pensiero è possibile che l’apparato psichico sopporti l’incremento di tensione durante il differimento della scarica.[i]

Per Lacan il processo primario tende verso l’identità di percezione, il processo secondario tende verso un’identità di pensiero.[ii]E che cosa significa questo? «Vuol dire che il funzionamento interno dell’apparato psichico (…) si esercita nel senso d’un andare a tentoni, di una messa alla prova rettificante, grazie a cui il soggetto, guidato dalle scariche che si producono lungo le Bahnungen [facilitazioni] già tracciate, farà una serie di prove, di deviazioni che lo porteranno poco a poco […] al superamento della messa alla prova del sistema circostante dei vari oggetti presenti al momento nell’esperienza»[iii] e qualunque pensiero che si esercita attraverso le vie inconsce.


[i] Freud S., op. cit., p. 456.

[ii] È quel che Lacan individua in Freud a partire dal cap. 7 dell’Interpretazione dei sogni, come anche nel Progetto; vedi a tale proposito Lacan, L’etica della psicoanalisi, Il Seminario, Libro VII (1959-60), pp. 38-40.

[iii] Lacan, L’etica della psicoanalisi, Il Seminario, Libro VII (1959-60), op. cit., pp. 38 sg.