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“La protezione dagli stimoli è una funzione quasi più importante della ricezione degli stessi” (10/28)

L’ipotesi che abita sul fondo è quella che esista una realtà inconscia, inaccessibile alla percezione e che tale realtà venga collegata ad uno stato somatico. È solo così che la pulsione si scarica seguendo il principio dell’omeostasi, ovvero del principio di piacere.

La scarica produce un’azione.

L’effetto di quest’azione diventa uno stimolo che il soggetto percepisce venire dalla realtà esterna, anche se è il frutto della realtà inconscia.

Vi è un’identità di percezione tra lo stimolo proveniente dalla realtà interna (percezione che potremmo definire allucinatoria) e lo stimolo che viene dalla realtà.

Da un lato la pulsione punta a ripristinare l’omeostasi fisiologica, dall’altro lato essa vuole segnalare la realtà interna inconscia, che pur restando incomprensibile è in grado di orientare il nostro comportamento.

Freud sosteneva che: «Per l’organismo vivente la protezione dagli stimoli è una funzione quasi più importante delia ricezione degli stessi»[i]. Questo per dire che la scarica pulsionale ha la funzione sia di proteggere dagli stimoli sia di assicurarne la fruizione. Il bambino abbandonato può restare traumatizzato dalla sua stessa energia pulsionale che però può essere scaricata (dopo essere stata canalizzata, messa in discorso) grazie all’intervento dell’Altro.


[i] Freud S., Al di là del principio di piacere, OSF, vol. 6, p. 213.