Traiettorie associative, linee, fili, concatenamenti, sfilate di idee (21/23)

Ci sono delle traiettorie associative, linee, fili, concatenamenti, sfilate di idee.

Questi fili si intrecciano costruendo delle reti con dei “punti nodali” attraversati da altre linee.

Le associazioni che si intersecano lasciano emergere intrecci di memoria[i], archivi organizzati con criteri variegati: ordine tematico, spaziale, cronologico….

Ci sono dei “gruppi psichici” rimossi, raggruppamenti di rappresentazioni esclusi dai processi associativi.

L’investimento somatico si “sposta”, cioè emerge, in funzione degli scivolamenti che si susseguono da elementi associativi ad altri, scivolamenti che si condensano in determinati “punti nodali”: in questo senso possiamo dire che c’è una certa autonomia dell’affetto dalle rappresentazioni.

Il radunamento delle associazioni implica anche il loro possibile disgregarsi. Alcune si staccano e formano delle aggregazioni isolate che possono ripresentarsi alla coscienza dopo essersi allontanate, eclissandosi.

Il processo associativo si configura come una propagazione energetica cerebrale canalizzata in continue diramazioni.

Ogni “carica energetica neurale” si trova davanti ad una serie di sentieri. O va da una parte oppure dall’altra o dall’altra ancora e così via. Le varie scelte dipendono dalle “facilitazioni” impresse negli “eccitamenti” avuti in passato ed iscritti nel nostro corpo.

Una via, cioè, è facilitata rispetto ad un’altra, perché quella opposta non è facilitata.

Quindi è grazie alla differenza tra le immagini mentali (immagine investita oppure non investita da una carica energetica neurale) che scelgo di passare all’una o all’altra.

È il fattore differenziale[ii] ad orientarmi verso una immagine piuttosto che un’altra. Quando Freud parla di immagini non si riferisce ad un rappresentante neurale simile all’oggetto reale. La rappresentazione è la vera unità, il vero anello della catena associativa. Il significato della rappresentazione è costruito a partire dalla posizione che essa ricopre nel raggruppamento di rappresentazioni a cui appartiene. L’apparato nervoso si struttura a partire da queste unità che si organizzano secondo una logica di opposizioni binarie. Le associazioni mostrano la modalità con cui il soggetto si orienta nella memoria ordinata come un archivio. Alcuni “documenti” sono accessibili altri no, questi ultimi fanno parte di raggruppamenti psichici isolati rispetto agli altri. Attraverso la libera associazione è possibile stabilire connessioni nuove grazie alle quali, passo dopo passo, ci si può avvicinare al gruppo psichico rimosso.


[i] La memoria può essere rappresentata come la capacità di recuperare le informazioni acquisite in passato, non più disponibili alla percezione presente, potremmo dire che essa ha come scopo quello di riattualizzare un’esperienza passata. Somiglianza, accuratezza, vividezza, sono le caratteristiche che si valutano in un ricordo. Non essendo più disponibile alla percezione l’informazione, la memoria ricostruisce le parti mancanti. In tal senso essa coglie dei tratti essenziali, in modo che se ne possa fare una sintesi, il succo. Il ricordo è sia una copia che una ricostruzione. Tuttavia, ci sono dei modelli che prediligono la funzione copia e quindi sottolineano la funzione riattualizzante del ricordo, in questo caso il passato si riconnette con il presente, ed altri la comprensione, che si focalizzano sulla funzione di sintesi e su quella di ricostruzione, in questo caso il presente si connette al passato.

[ii] Così come il confine tra le sillabe ci consente di discriminare ogni singolo fonema. Infatti, è noto che un fonema è una unità che ha un valore differenziale, cioè produce variazioni (differenze) di significato quando esso cambia in una sillaba. “Tetto” e “detto” si differenziano solo per lo scambio tra il fonema /t/ e il fonema /d/. Mentre parliamo segmentiamo la materia fonica e allo stesso tempo diamo una funzione e un significato a quello che diciamo. Mentre percepiamo il suono di una parola allestiamo automaticamente una lista di parole candidate che hanno in comune l’inizio della parola. Per esempio, per la parola “fabbro”, inizialmente l’insieme delle parole candidate saranno quelle che condividono “fa” (fabbisogno, fabbrica, fabbricabile, fabbricante, fabbricare, fabbricato, fabbricazione, fabbriceria, fabbriciere, fabbro). Man mano che il flusso percettivo arriva la lista delle possibilità si delimita eliminando le unità prive del tratto differenziale (fabbricazione, fabbriceria, fabbriciere) fino a che non resterà una sola parola, fabbro. Ogni parola si differenzia per un tratto di unicità che delimita inconfutabilmente il punto in cui quella parola è diversa da tutte le altre e per questo risulta riconoscibile.