Totem e tabù (1912-13): Il tabù e l’ambivalenza emotiva (3)

Il trattamento dei nemici

Anche nei popoli selvaggi e semiselvaggi, quando un uomo viene ucciso, vi è l’obbligo di rispettare una serie di prescrizioni, inserite negli usi imposti dal tabù. Tali prescrizioni si distinguono in quattro gruppi:

  1. la riconciliazione con il nemico ucciso;
  2. alcune limitazioni;
  3. pratiche espiatorie, purificazione dell’uccisore;
  4. determinate misure cerimoniali.

Freud sottolinea innanzitutto che da tutte queste regole si deduce che il comportamento verso i nemici esprime anche altri impulsi oltre a quelli ostili: pentimento, stima per il nemico, cattiva coscienza per averlo ucciso. Tutti questi elementi sembrano fondarsi su due principi: estensione del tabù dal morto a tutto il ciò che è entrato in contatto con lui, e la paura dello spirito del morto assassinato. Freud evidenzia che l’unitarietà della concezione psicoanalitica ci porta a considerare che tutte queste prescrizioni si producono dall’ambivalenza emotiva provata  nei confronti del nemico.