Psicologia delle masse: approfondimenti (4)

L’ideale dell’io non scavato è un ideale che tende verso la melanconia, che tende ad infierire ferocemente sull’io è un’ideale dell’io barbaro che inferisce sull’io.

Il funzionamento della massa comporta che i singoli individui si rapportino ad un capo e non ad un ideale, è una situazione nota. È scritto nel nostro inconscio, è il deposito filogenetico della nostra umanità. C’è qualcosa di perturbante ma di vivo. Ha a che fare con la storia umana, è il mito dell’orda primaria. Nella massa l’individuo regredisce in uno stato premorale, preedipico dell’umanità.

In Totem e Tabù, abbiamo piccole orde che erano caratterizzate da capi che detenevano tutto il godimento. Si confutano tutte le tesi che vedono l’uomo come animale sociale, è il mito dell’orda: all’inizio non c’è qualcosa dell’ordine del sociale, l’essere umano non è un essere fatto per il gregge ma per un’orda! Nel mito di totem e tabù c’era il desiderio dell’identificazione dei membri da parte del capo che prevede però anche l’uccisione del padre. La massa è una regressione estremamente rapida ad uno stadio primigenio dell’umanità, ad uno stato preedipico, dove non c’è più dio, non c’è più il nome del padre, non c’è la moralità, non c’è più la socialità governata dalle regole, ma c’è un tiranno. Il tiranno di un gruppo composto non più da individui ma di uomini massa. Nella massa si ha l’ammirazione smodata per la disinibizione  del capo ma si ha anche il terrore per quest’ultimo. È un sentimento ambivalente quello che si prova verso il capo. Ma se il tiranno effettua delle persecuzioni ciò dovrebbe renderlo odioso, invece, coesistono l’ammirazione e il terrore, costitutivamente. Nella massa si concretizza una dimensione preedipica, abbiamo una regressione ad uno stadio primigenio: l’ideale dell’io viene scalzato da un padre che conduce ad una condizione che precede la psicologia individuale.