Ossessioni e fobie

Alcune considerazioni per uno studio comparato delle paralisi motorie organiche e isteriche

1893, 71-84

La neurologia clinica distingue due specie di paralisi motorie: la paralisi periferico-spinale (o bulbare) e la paralisi cerebrale. Al primo tipo appartengono la paralisi del nervo facciale che si verifica nella malattia di Bell, la paralisi da poliomielite acuta del bambino e simili. In queste affezioni ogni muscolo può essere paralizzato individualmente e isolatamente. La paralisi cerebrale, al contrario, è sempre un’affezione che colpisce una gran parte della periferia, un arto o un segmento di questo, un apparato motorio complesso. Si è spesso attribuita all’isteria la capacità di simulare le più disparate affezioni nervose organiche. Soltanto le paralisi isteriche flaccide non colpiscono un unico muscolo (a eccezione dei casi in cui questo sia anche lo strumento unico di una funzione). Sono sempre paralisi en masse e, sotto questo aspetto, corrispondono alle paralisi cerebrali organiche. L’isteria è una malattia caratterizzata da manifestazioni eccessive e tende a produrre i propri sintomi con la maggiore intensità possibile. È un carattere che compare non soltanto nelle paralisi, ma anche nelle contratture e nelle anestesie. La paralisi isterica è esattamente circoscritta ed eccessivamente intensa: in essa queste due caratteristiche si presentano contemporaneamente, mentre nella paralisi cerebrale organica non si associano mai. Le paralisi isteriche si accompagnano ad alterazioni della sensibilità assai più spesso di quanto non avvenga nelle paralisi organiche. Nelle paralisi isteriche la lesione consiste esclusivamente nell’inaccessibilità della rappresentazione dell’organo o della funzione alle associazioni dell’Io cosciente; questa alterazione puramente funzionale è causata dalla fissazione di questa rappresentazione in un’associazione subconscia con il ricordo del trauma; la rappresentazione non può divenire libera e accessibile finché l’ammontare affettivo del trauma psichico non venga eliminato dalla reazione motoria adeguata o dal lavoro psichico cosciente.

Meccanismo psichico dei fenomeni isterici

1893, 89-100

Si tratta di una conferenza tenuta da Freud l’11 gennaio 1893 alla Società medica viennese. Tutti i progressi compiuti nella comprensione e nella conoscenza dell’isteria derivano dall’opera di Charcot. Dietro la maggior parte dei fenomeni isterici si cela un’esperienza affettivamente carica. Se si equipara questa esperienza alle gravi esperienze traumatiche sottostanti all’isteria traumatica si può formulare il seguente principio: c’è un’analogia completa tra la paralisi traumatica e l’isteria comune, non traumatica. I ricordi, divenuti patogeni, assumono negli isterici una posizione assolutamente eccezionale rispetto al processo di “usura”; l’osservazione ci mostra che in tutti gli eventi che sono divenuti causa di fenomeni isterici si ha a che fare con traumi psichici che non sono stati sufficientemente abreagiti, non sufficientemente eliminati. Si trovano due gruppi di situazioni nelle quali i ricordi divengono patogeni: nel primo gruppo si riscontrano, quale contenuto dei ricordi cui risalgono i fenomeni isterici, rappresentazioni riferentisi a un trauma così grave che il sistema nervoso non aveva avuto abbastanza forza per eliminarle in un modo o nell’altro. Nel secondo gruppo di casi, la ragione della mancata reazione motoria non risiede nel contenuto del trauma psichico, bensì in altre circostanze.

Charcot

1893, 105-16

È il necrologio di Jean-Martin Charcot, scritto nei giorni immediatamente successivi alla morte del maestro, e con esso Freud intendeva non solo esprimere la propria riconoscenza a Charcot, ma anche indicare il punto in cui la sua opera personale si era sviluppata prendendo le mosse dall’insegnamento di Charcot. Sotto la sua guida Freud aveva lavorato alla Salpêtrière dall’ottobre 1885 al febbraio 1886. Charcot, che si era occupato dell’isteria trattandone come di un qualsiasi altro argomento della neuropatologia, diede una completa descrizione dei fenomeni isterici, dimostrando che essi seguono determinate leggi e norme, e insegnò a individuare i sintomi mediante i quali è possibile diagnosticare l’isteria. L’unica causa dell’isteria era per lui l’ereditarietà. Studiando i fenomeni dell’ipnosi nei soggetti isterici, attirò l’interesse su questo importantissimo complesso di fatti fino a quel momento trascurati e disprezzati; il peso del suo nome pose fine, una volta per tutte, a qualsiasi dubbio sulla realtà dei fenomeni ipnotici.

Le neuropsicosi da difesa

1894, 121-34

Come dice il sottotitolo, si tratta di un “abbozzo di una teoria psicologica dell’isteria acquisita, di molte fobie e ossessioni e di certe psicosi allucinatorie”. Le nevrosi, che Freud studiò negli anni 1893 e 1894, si dividono in due gruppi abbastanza ben distinti: le nevrosi attuali (divenute note sotto questo nome solo in seguito) e le psiconevrosi. Lo studio approfondito di numerosi pazienti affetti da fobie e ossessioni spinse Freud a tentare un’interpretazione di questi sintomi; altri casi gli consentirono successivamente di scoprire l’origine di tali rappresentazioni patologiche. Il complesso di sintomi dell’isteria giustifica l’ipotesi di una scissione della coscienza con conseguente formazione di gruppi psichici separati. La caratteristica differenziale dell’isteria va ravvisata non nella scissione della coscienza, ma nella capacità di conversione. Se i soggetti con disposizione alla nevrosi non hanno attitudine alla conversione, ma se, tuttavia, per difesa da una rappresentazione incompatibile, ne separano l’affetto, allora questo affetto è costretto a restare nella sfera psichica. In tutti i casi analizzati da Freud, a fornire un affetto doloroso di natura perfettamente identica a quello aderente alla rappresentazione ossessiva era stata la vita sessuale. In due casi illustrati, la difesa dalla rappresentazione incompatibile era stata conseguita staccando dalla rappresentazione stessa l’affetto; seppure indebolita e isolata, la rappresentazione era però rimasta nella coscienza. Esiste peraltro una forma di difesa più energica ed efficace, consistente nel fatto che l’Io respinge la rappresentazione incompatibile unitamente al suo affetto e si comporta come se la rappresentazione non gli fosse mai pervenuta. Solo che, nel momento in cui ciò accade, il soggetto viene a trovarsi in uno stato di psicosi classificabile solo come “follia allucinatoria”. Il contenuto di una simile psicosi allucinatoria consiste proprio nell’accentuazione della rappresentazione minacciata a motivo della malattia. L’Io si è difeso dalla rappresentazione incompatibile con la fuga nella psicosi. L’ipotesi ausiliare utilizzata da Freud nella sua descrizione delle nevrosi da difesa si basa sul fatto che all’interno delle funzioni psichiche va distinto un qualcosa – ammontare affettivo, somma di eccitamento – che ha tutte le proprietà della quantità, è suscettibile di aumento, diminuzione, spostamento e scarica, e si propaga sulle tracce mnestiche delle rappresentazioni.

Ossessioni e fobie

1894, 139-46

Le ossessioni e le fobie sono sindromi non legate alla nevrastenia pura, in quanto i malati colpiti da questi sintomi possono essere nevrastenici o non esserlo. Sono nevrosi a parte, dotate di un meccanismo particolare e con una particolare etiologia. Le ossessioni e le fobie “traumatiche” si riallacciano ai sintomi dell’isteria. In ogni ossessione vi sono due elementi basilari: 1) una rappresentazione che si impone al paziente; 2) uno stato emotivo associato. In molte ossessioni vere, la cosa principale è, evidentemente, lo stato emotivo, giacché questo stato persiste inalterato, mentre varia la rappresentazione associata. Il falso nesso tra stato emotivo e rappresentazione associata è ciò che conferisce alle ossessioni quel carattere di assurdità che è loro proprio. Le fobie sono molto diverse dalle ossessioni. Nelle fobie lo stato emotivo è sempre l’angoscia, la paura. Anche tra le fobie è possibile discernere due gruppi, caratterizzati dall’oggetto della paura: 1) fobie comuni, con paura esagerata per cose che tutti, un poco, aborriamo o temiamo; 2) fobie occasionali, con paura di condizioni speciali che non ispirano alcun timore al soggetto sano. Nel meccanismo delle fobie, del tutto diverso da quello delle ossessioni, non si trova mai nient’altro se non lo stato emotivo di angoscia che ha posto in risalto tutte le idee idonee a divenire oggetto di una fobia. Dunque le fobie fanno parte della nevrosi d’angoscia, che è di origine sessuale.

Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come «nevrosi d’angoscia»

Sitomatologia clinica della nevrosi

1894, 153-61

Fintantoché il termine nevrastenia servirà a indicare tutto ciò per cui Beard lo ha impiegato, sarà certo difficile poter dire qualcosa di universalmente valido su questa malattia. La neuropatologia non potrà che trarre vantaggio dal tentativo di distinguere dalla nevrastenia vera tutti quei disturbi nevrotici i cui sintomi appaiono più legati tra loro che ai sintomi tipici della nevrastenia (senso di pressione alla testa, irritazione spinale, dispepsia con flatulenza e costipazione), e che inoltre dimostrano di essere essenzialmente diversi dalla nevrastenia, sia per la loro etiologia che per il loro meccanismo. La “nevrosi d’angoscia” si presenta in modo completo e rudimentale, isolata o in combinazione con altre nevrosi. Il quadro clinic i accontentano di accarezzare o contemplare la loro donna; angoscia degli uomini che praticano il coitus interruptus; angoscia degli uomini in età senile. Sono da aggiungersi due casi validi per ambedue i sessi: 1) i nevrastenici divenuti tali in seguito a masturbazione sono colpiti da nevrosi d’angoscia non appena smettono di ricorrere a questo tipo di soddisfacimento sessuale; 2) la nevrosi d’angoscia insorge, e in entrambi i sessi, a causa di sovraffaticamento o di uno sforzo estenuante.

Primi principi di una teoria della nevrosi

168-73

Il meccanismo della nevrosi d’angoscia va ricercato in una deviazione dell’eccitamento sessuale somatico dalla sfera psichica e in una conseguente utilizzazione abnorme di tale eccitamento. Questa descrizione del meccanismo della nevrosi d’angoscia risulta più chiara se si accetta il seguente modo di considerare il processo sessuale, che riguarda soprattutto l’uomo. L’organismo di un uomo sessualmente adulto produce un eccitamento sessuale somatico che, periodicamente, giunge a costituire uno stimolo per la vita psichica. Il gruppo delle rappresentazioni sessuali presenti nella psiche viene fornito di energia, e ne risulta lo stato psichico di tensione libidica, che comporta un impulso tendente a far cessare la tensione. Una simile scarica è però realizzabile per una sola via, che può chiamarsi azione specifica o adeguata. Qualcosa di diverso dall’azione adeguata non condurrebbe a nulla, poiché l’eccitamento sessuale somatico, una volta raggiunto il valore della soglia, si converte continuamente in eccitamento psichico; deve quindi verificarsi proprio quell’evento che libera le terminazioni nervose dalla pressione su di esse esercitata in quel momento. La nevrastenia ha origine ogni volta che la scarica adeguata (l’azione adeguata) viene sostituita da una scarica meno adeguata. Alla nevrosi d’angoscia conducono invece tutti quei fattori che ostacolano la rielaborazione psichica dell’eccitamento sessuale somatico. In questa concezione, i sintomi della nevrosi d’angoscia vengono in certo qual modo considerati surrogati dell’omessa azione specifica che dovrebbe seguire l’eccitamento sessuale. Nella nevrosi il sistema nervoso reagisce alla fonte interna dell’eccitamento, mentre nel corrispondente affetto reagisce a un’analoga fonte esterna.

Relazione con altre nevrosi

173-76

I casi più puri di nevrosi d’angoscia sono in genere anche i più caratterizzati. Si trovano nei soggetti giovanili e potenti, con un’etiologia unitaria e con una malattia in data recente. Più spesso si nota tuttavia la comparsa contemporanea di sintomi d’angoscia uniti a sintomi di nevrastenia, isteria, ossessioni, melanconia. In tutti i casi di nevrosi mista è dimostrabile la presenza di un miscuglio di numerose etiologie specifiche. Le condizioni etiologiche della comparsa delle nevrosi vanno ulteriormente distinte dai fattori etiologici specifici. Le condizioni, per esempio il coitus interruptus, la masturbazione e l’astinenza, sono ancora polivalenti e ognuna di esse può produrre una differente nevrosi; soltanto i singoli fattori etiologici che da esse possono venire astratti, come la scarica inadeguata, l’insufficienza psichica, la difesa unita a sostituzione, stanno in relazione univoca e specifica con l’etiologia delle singole grandi nevrosi. Per quanto riguarda la sua essenza intima, la nevrosi d’angoscia mostra le più interessanti coincidenze e discordanze con le altre grandi nevrosi, specialmente con la nevrastenia e l’isteria. Con la nevrastenia condivide un carattere fondamentale: il fatto cioè che la fonte dell’eccitamento, causa del disturbo, è di natura somatica, mentre nell’isteria e nella nevrosi ossessiva è di natura psichica. Con l’isteria la nevrosi d’angoscia mostra subito una serie di coincidenze sintomatologiche: la comparsa delle manifestazioni sia quali sintomi duraturi sia in forma di attacco, le parestesie, le iperestesie e i punti di pressione presenti in determinati surrogati dell’attacco d’angoscia (nella dispnea e nell’attacco cardiaco), l’intensificarsi (mediante conversione) di dolori che offrono la possibilità di una giustificazione organica.

A proposito di una critica della «nevrosi d’angoscia»

1895, 177-92

Con questo scritto polemico Freud replica a una critica mossagli dal noto psichiatra di Monaco Leopold Löwenfeld. Nella nevrosi d’angoscia, precisa Freud, l’angoscia non è di derivazione psichica. Uno spavento darebbe origine a un’isteria o a una nevrosi traumatica, mai a una nevrosi d’angoscia. Löwenfeld obietta che, in un gran numero di casi, si sviluppano stati d’angoscia immediatamente o qualche tempo dopo uno shock psichico. Secondo Freud, nell’etiologia delle nevrosi sono i fattori sessuali a svolgere un ruolo predominante. Löwenfeld dice anche di aver ripetutamente visto comparire e scomparire lo stato d’angoscia in casi nei quali non aveva sicuramente avuto luogo alcuna modificazione della vita sessuale, ma erano invece intervenuti anche altri fattori. Da parte sua Freud è convinto che si perverrebbe a una descrizione più chiara delle condizioni etiologiche, verosimilmente molto complesse, presenti nella patologia delle nevrosi, se ci si attenesse ai seguenti criteri etiologici: condizione, causa specifica, causa concorrente, causa immediata o scatenante. Che una malattia nevrotica insorga o no dipende da un fattore quantitativo, dal carico complessivo del sistema nervoso in rapporto alla sua capacità di resistenza. L’entità della nevrosi dipende soprattutto dalle proporzioni della tara ereditaria; la forma della nevrosi è determinata solo e unicamente dal fattore etiologico specifico che deriva dalla vita sessuale.

Estratto: Opere di Sigmund Freud (OSF) Vol 2. Progetto di una psicologia e altri scritti 1892-1899, Torino, Bollati Boringhieri, 2002.