L’io e l’es


Il sapere è inevitabilmente legato alla coscienza. L’inconscio è possibile imparare a conoscerlo rendendolo, in qualche modo, cosciente. La coscienza è la superficie dell’apparato psichico. Tutte le percezioni sono consce, sia quelle che ci provengono dall’esterno che quelle che ci giungono dall’interno.

La rappresentazione inconscia si produce in relazione a qualche materiale che resta inafferrabile, mentre in quella preconscia entra in gioco un collegamento con rappresentazioni verbali. Tali rappresentazioni sono residui mnestici, sono state in passato percezioni. In quanto residui mnestici possono ridiventare coscienti. I residui mnestici, per Freud, sono conservati in sistemi che premono direttamente sul sistema percezione-coscienza. Infatti, i loro investimenti, possono con facilità estendersi dall’interno agli elementi del sistema percezione-coscienza.

La distinzione tra coscienza e preconscio per le sensazioni interne è priva di senso. Il preconscio qui è assente: queste sensazioni o sono inconsce o sono coscienti. Freud per individuo intende un Es psichico, ignoto e inconscio, sul quale poggia, nello strato superiore, l’Io, sviluppatosi a partire dal sistema percezione, come da un nucleo.

In una rappresentazione topologica, I’Io non avviluppa per intero l’Es, ma solo quel tanto sufficiente a far sì che il sistema percezione dia forma alla superficie dell’Io. L’Io non è totalmente separato dall’Es. L’Io,  verso il basso, sconfina verso l’Es. Anche il rimosso confluisce con l’Es, di cui non è che una parte. L’Io, pertanto, può essere definito come quella parte dell’Es che ha subìto una modificazione per la diretta azione del mondo esterno grazie all’intervento del sistema percezione-coscienza: è una prosecuzione della differenziazione superficiale. L’Io è prima di tutto un’entità corporea. In aggiunta alle cose più profonde, anche quelle che per l’Io sono le più elevate, possono essere inconsce. L’Io cosciente è soprattutto un Io-corpo.

Cfr. S. Freud, L’Io e l’Es e altri scritti 1917-1923, Opere di Sigmund Freud, Torino, Bollati Boringhieri, 2000, (rist. 2006) – (Vol. 9: 482-90, 1922)