Il primato del fallo e la giovane omosessuale

Brani antologici Seminario IV: Jacques Lacan, Il seminario. Il libro IV. La relazione d’oggetto, Enaudi, Torino, 2007. Le vie perverse del desiderio.

Frustrazione non è privazione. Perché? La frustrazione si applica a qualcosa di cui siete privati da qualcuno dal quale invece vi aspettavate ciò che gli chiedevate. Ciò che è in gioco, allora, non è tanto l’oggetto, quanto l’amore di colui che può farvi questo dono. L’oggetto della frustrazione non è tanto l’oggetto, quanto il dono (S4, 97)

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Qual è dunque la delusione che opera l’inversione? Al momento in cui , verso i quindici anni, il soggetto aveva imboccato la strada di una presa di possesso del bambino immaginario – e se ne occupa tanto da costruire una data nei suoi precedenti – sua madre ha, realmente, un altro bambino dal padre. La paziente ha così un terzo fratello. Ecco il punto chiave. È anche il carattere apparentemente eccezionale di questa osservazione. Non è poi così banale che la venuta al mondo di un fratellino abbia come risultato un capovolgimento così profondo dell’orientamento sessuale di un soggetto. Quindi, proprio in quel momento la ragazza cambia posizione. Si tratta ora di vedere dove tutto questo si interpreterà nel modo migliore. Secondo Freud, bisogna considerare il fenomeno come reattivo. Il termine non è nel testo, ma vi è implicato, poiché presuppone che il risentimento nei confronti del padre continui a essere operante. Questo fattore ha qui il ruolo principale. Questo perno della situazione spiega come viene condotta l’avventura. La ragazza è decisamente aggressiva nei confronti del padre. Il tentativo di suicidio avviene in seguito alla delusione prodotta dal fatto che l’oggetto del suo attaccamento, in un certo qual modo omologo, le resiste. Si tratterebbe solo di un fenomeno di controaggressività, di un rovesciamento sul soggetto dell’aggressione contro il padre, combinato con una specie di crollo di tutta la situazione sui suoi dati originari, che soddisfa simbolicamente ciò che è in gioco tramite una precipitazione, una riduzione a livello degli oggetti che sono realmente in gioco. Insomma, quando cade giù dal piccolo ponte, la ragazza fa un atto simbolico, che non è nient’altro che il niederkommen di un bambino nel parto. Si tratta del termine tedesco impiegato per dire il parto. Siamo così riportati al senso ultimo e originario della struttura della situazione. (S4, 102)