La traccia e lo stato somatico (6/23)

Abbiamo la percezione P1, ossia il significato che lascia una traccia T1 (un significante).

Qui ci muoviamo nel conscio.

Abbiamo poi una percezione P2, ossia un significato che lascia una traccia T2 (un significante).

E così via. Ancora qui ci muoviamo nel conscio.

La traccia T1 (ossia il significante) è associata ad uno stato somatico e ciò produce una marcatura. A sua volta, ciò produce una nuova traccia (ossia un nuovo significante), T3.

Traccia T1 + stato somatico= T3.

Questo nuovo significante (T3) si associa, attenzione a questo passaggio, ad una nuova traccia che in questo caso diventa un nuovo significato (non un nuovo significante) marcato da uno stato somatico, e così abbiamo un T4.

Quando un neonato ha sete o fame si scatenano una serie di processi organici che producono una condizione somatica oggettiva (ipoglicemia e iperosmolarità plasmatica, per esempio).

Tale condizione possiamo ricondurla allo stato di impotenza del lattante che Freud tratta in Inibizione sintomo e angoscia.[i]

Una condizione di tensione, che rompe un equilibrio omeostatico, e che produce un’esperienza di dispiacere.

Tale situazione può produrre un grido, un grido che viene percepito anche dal bambino e che dunque diviene una percezione della realtà esterna.

Lo stato somatico della fame e della sete è associato al grido (una percezione del mondo esterno).

La madre risponde offrendo il seno che disseta e sfama. L’Altro risponde e ciò si realizza contemporaneamente alla pressione del dispiacere che lo stato somatico genera, e ciò fa sì che la tensione collegata allo stato somatico di dispiacere venga scaricata.

Il piacere succede al dispiacere. A seguito dell’azione specifica dell’Altro (realizzatasi nella simultaneità), il lattante è passato da uno stato di angoscia di origine somatica a uno stato di benessere, di piacere.

Quindi abbiamo una situazione di impotenza, dove può venire l’aiuto, con conseguente condizione di dispiacere. A seguito dell’azione specifica realizzata nella simultaneità dell’Altro primo prossimo abbiamo una scarica dell’eccitamento che produce una condizione di piacere. Questa esperienza viene registrata, lascia una traccia.

In questo caso, il grido del bambino è l’effetto dell’alterazione di un equilibrio metabolico e dunque è l’effetto di questo, è un appello involontario, non dotato di senso se non per l’Altro.

È la pulsione di vita che si trasforma in grido, non c’è intenzionalità, non c’è un significato.

C’è il grido, c’è l’azione dell’Altro che allevia. Ecco che si struttura un’associazione per simultaneità.


[i] Freud S., Inibizione sintomo e angoscia, OSF, vol. 10, p.286.