Il rimuginare patologico

Il verbo rimuginare deriva dal latino muginari, che alcuni studiosi traducono con mormorare, altri con baloccare, ninnolare, dondolare. Deriva dalla radice mugh– che significa far cosa vana. La particella ri- invece indica la reiterazione. Un dizionario di etimologia riporta questo significato: pensare e ripensare sopra checchessia. Ricercare con esattezza o con applicazione intensa.

Il termine rimuginio, in italiano non esiste. È un termine che tradurrebbe l’inglese “worry” che però è stato abitualmente tradotto con “preoccupazione”. Più avanti accenneremmo qualcosa circa questa diversa modalità di traduzione.

Il rimuginio è un processo psichico contraddistinto da una serie di pensieri negativi difficilmente controllabili. È fortemente correlato con i disturbi d’ansia. Ne costituisce un fattore di mantenimento. Le convinzioni positive e negative che il soggetto possiede sul rimuginio stesso sono in grado di rafforzarlo. In questo caso si potrebbe parlare di  “meta-rimuginio”.

Gli studi sul rimuginio, da un punto di vista psicopatologico, hanno preso avvio con Borkovec (Borkovec e Inz, 1990; Borkovec, Lyonfields, Wiser e Diehl, 1993; Borkovec, Ray e Stöber, 1998). Fin dall’inizio è stato concepito come fenomeno psichico  che accompagna l’ansia, aggravandola e contribuendone al mantenimento. In seguito è divenuto criterio diagnostico fondamentale per la diagnosi di disturbo d’ansia generalizzato.

In inglese il rimuginio viene reso con “worry”, termine che in italiano si traduce con “preoccupazione”. Alcuni autori sostengono che proprio per il fatto di aver favorito il termine “worry” piuttosto che “rimuginio” avrebbe sviato i ricercatori dall’importanza e dalla peculiarità di questo concetto. Il termine “rimuginio” infatti chiarisce quale sia il tratto caratterizzante di questo processo psichico e quale la sua rilevanza come fenomeno clinico: la ripetitività e la pervasività. Inoltre, il concetto di “worry” per Borkovec, non è, per così dire, una componente secondaria del disturbo d’ansia, ma piuttosto una patologia a sé.

Borkovec (Borkovec et al, 1998), sostiene che nel “worry” vi è la supremazia del pensiero verbale negativo, l’evitamento cognitivo e l’inibizione del processamento delle emozioni.

Nei casi di “worry” la maggior parte dello spazio mentale è caratterizzato  da predizioni  attraversate da un tono emozionale decisamente ansioso, la lettura degli eventi futuri è fondamentalmente investita da una valenza negativa. L’aspetto che trovo particolarmente interessante è che, secondo diversi autori, questo processo mentale è soprattutto di tipo verbale: esso coinvolge molto poco l’immaginazione visiva (Freeston, Dugas e Ladoucer, 1996; Molina, Borkovec e Peasley, 1998). È stato dimostrato che (Borkovece e Inz,  1990) sia soggetti affetti da disturbo d’ansia generalizzato (DAG) che quelli non affetti da questa patologia,  evidenziavano, in condizione rimuginio indotto, una notevole prevalenza di pensiero verbale rispetto alla quantità di immaginazione visiva. In condizione di rilassamento, invece, i soggetti per dir così normali (non affetti da DAG) mostravano una prevalenza di immaginazione visiva. I soggetti affetti da DAG,  evidenziavano, in tutti i casi, una quantità di pensiero verbale identica a quella di immaginazione visiva. Ciò sembra avvalorare la peculiarità del “worry” come processo psichico, sicuramente connesso all’ansia ma assolutamente non sovrapponibile a quest’ultimo.

 

Bibliografia

Borkovec, T.D., e Inz, J. (1990). The nature of worry in generalized anxiety disorder: A predominance of thought activity. Behaviour Research and Therapy, 28, 153-158.

Borkovec, T.D., Lyonfields, J.D., Wiser, S.L., e Diehl, L. (1993). The role of worrisome thinking in the suppression of cardiovascular response to phobic imagery. Behaviour Research and Therapy, 31, 321-324.

Borkovec, T.D., Ray, W.J., e Stöber, J. (1998). Worry: A cognitive phenomenon intimately linked to affective, physiological, and interpersonal behavioral processes. Cognitive Therapy and Research, 22, 561-576.

Freeston, M.H., Dugas, M.J., e Ladoucer, R. (1996). Thoughts, Images, Worry, and Anxiety.. Cognitive Therapy and Research, 20, 265-273.

Molina, S., Borkovec, T.D., e Peasley, (1998). Content analysis of worrisome streams of counsciousness in anxious anddysphoric participants. Cognitive Therapy and Research, 22, 109-123.