Il programma europeo Neat

Il programma europeo Neat: acamprosato + supporto psico-sociale per la prevenzione delle ricadute negli alcol-dipendenti; la rete comprende alcologi di cinque nazioni europee (nessun italiano) ed ha sottoposto ad analisi costi/efficacia il trattamento dell’alcolismo con acamprosato associato ad interventi psico-sociali. I 1.289 pazienti, tutti rispondenti ai criteri del DSM-IIIR, sono stati trattati per 24 settimane ma solo il 42% ha completato il ciclo di cura.

Va premesso che in una ricerca “aperta”, che si svolge cioè in ambienti non protetti ma nei setting usuali degli alcolisti, l’obiettivo dell’astinenza è di difficile raggiungimento ma intanto la differenza fra gli astinenti da acamprosato e quelli del gruppo con placebo è rilevante anche quando si passa dall’ambiente ristretto dei trials istituzionali a quello aperto delle ricerche a livello di comunità. Le variazioni fra i cinque Paesi in parte dipendono da differenze fra i parametri dei gruppi iniziali (18). I punteggi dell’indice alcolico nonché le frequenze di precedenti detossificazioni con esito negativo costituiscono fattori predittivi in senso negativo, mentre l’età ed un’occupazione stabile sono elementi a favore del successo. Il fatto che il Portogallo risulti un Paese nel quale l’acamprosato ha ottenuto i migliori risultati dipende dal suo basso indice alcolico insieme ad una minima percentuale di comorbosità psichiatrica.

Sul fronte opposto si ha il Regno Unito dove questi fattori predittivi sono elevati. La scarsa influenza di fattori psico-sociali fa pensare che anche nella ricerche in comunità l’acamprosato abbia una efficacia diretta per sostenere

l’astinenza e ridurre il craving. Va rilevato come i pazienti europei esaminati siano stati più di 4.000 presso 400 Centri. L’impiego dell’acamprosato è partito dall’osservazione che livelli elevati di consumi alcolici portano ad uno squilibrio fra il sistema eccitatorio e quello di iniezione a livello del SNC con particolare riguardo per la neurotrasmissione glutminergica mediata dal NMDA (N-Metil-D-Aspartato). L’acamprosato agisce a livello del SNC per ristabilire l’equilibrio del NMDA alterato dall’alcol. La sperimentazione animale è stata positiva mentre i numerosi trials su umani hanno dimostrato un effetto diretto sui comportamenti di abuso alcolico senza interferire con altri fenomeni nervosi centrali. Il dosaggio di acamprosato impiegato è stato di 1.997 mg/giorno divisi in 2 tavolette tre volte al giorno, una posologia che richiede la massima collaborazione del paziente. Netta è anche l’azione anti-craving[i].


[i] Peir I., Ansoms C., Lehert Ph.: The European NEAT Program: an integrated approach using acamprosate and psychosocial support for the prevention of relapse in alcohol dependent patients with a statistical modeling of therapy success prediction – Alcoholism Clinical and Experimental Research, 26: 1529-38, 2002