Alcol e immigrati

Il fenomeno dell’emigrazione pur essendo relativamente recente nel Nostro Paese, ha comportato con l’arrivo di popolazioni extracomunitarie, ripercussioni importanti nel contesto sociale. La condizione di immigrato è di per se stessa condizione difficile perché lo sradicamento dal contesto di provenienza, l’impatto con la nuova realtà socioculturale, il senso di solitudine per la mancanza della famiglia e le difficili condizioni di alloggio/lavoro costituiscono elementi incentivanti l’uso di alcol per rendere più tollerante la permanenza nel nuovo paese. L’alcolismo nella popolazione immigrata può intendersi come effetto di un malessere generale e può interpretarsi sia come “lutto” per l’abbandono della vita precedente, sia come tentativo di adeguamento alla nuova realtà e ai suoi modelli culturali così da diminuire la distanza tra le persone in favore di un progressivo inserimento. In realtà l’alcolismo ha connotazioni diverse secondo i Paesi e le culture di provenienza, questo comporta difficoltà nella comprensione del fenomeno, spesso sommerso, per la mancanza di strumenti opportuni.

Va considerato inoltre che nella società nord africana l’alcol è conosciuto nonostante il Corano ne disapprovi fortemente il suo uso, quale “regalo” dei Paesi Colonizzatori che hanno introdotto l’abitudine a bere, e successivamente la conoscenza viene poi rinforzata con il confronto con le abitudini del nuovo paese che invita all’uso di alcolici. Più di uno studio effettuati prevalentemente nel Nord Italia, hanno evidenziato che l’abitudine a consumare alcolici degli immigrati determina un problema sanitario e sociale importante quanto quello della popolazione autoctona[i]. Inoltre è in aumento il numero di immigrati detenuti presso gli istituti di pena italiani a causa di azioni criminose commesse in stato di ebbrezza (oltraggio al pubblico ufficiale, litigi, risse etc.)[ii]. Il lavoro da fare con questa popolazione di alcolisti non può escludere la partecipazione attiva delle comunità etniche presenti nel territorio per l’approfondimento della conoscenza delle culture diverse e per la funzione di tutela che esercitano nei confronti degli immigrati, a volte anche eccessiva, se si pensa alle situazioni di abuso di alcol tenute sommerse per problemi religiosi. Il fenomeno dell’alcolismo tra gli immigrati potrà essere ostacolato se prevarrà nel Nostro Paese una politica sociale e sanitaria a favore dell’integrazione e dell’inserimento garantendo migliori condizioni di vita degli immigrati rispetto alle attuali.


[i] PUPO A. – Malatesta R.: Correlazioni tra immigrazioni e uso alcolico, Alcolismi, Anno I, n°1, dicembre 1993.

[ii] GIANCONE S.: Prevalenza dell’abuso di sostanze stupefacenti e psicotrope tra i detenuti extracomunitari nuovi giunti dal carcere di Bologna: 1993 – 95, Boll. per le Farmacodipendenze e l’alcolismo, n°4, 1996.