Il lutto e la sua connessione con gli stati maniaco depressivi (12/17)

In Il lutto e la sua connessione con gli stati maniaco depressivi[1] Melanie Klein concepirà i processi d’identificazione del lutto come una fase normale dello sviluppo del bambino: la posizione depressiva è una forma di lutto precoce che sarà riattivata di fronte ad ogni esperienza di lutto. L’io, fin dalle origini, introietta oggetti “buoni” e “cattivi”. Entrambi corrispondono al seno materno e sono un suo prototipo che diventa buono, quando il bambino lo riceve (il seno), cattivo quando gli manca. È l’aggressività che il bambino proietta su questi oggetti a renderli cattivi. L’oggetto amato mancante riattualizzerà l’oggetto del lutto che, così, diventa persecutore, in grado di minacciare gli oggetti buoni. La fragilità degli oggetti buoni interni rappresenta il tratto che accomuna i maniaco-depressivi con chi è affetto da lutto patologico. Per Melanie Klein, la perdita, può essere totale solo perché l’oggetto può essere amato come un oggetto totale. Ciò che attualizza il lutto, ogni volta, è l’insopportabilità della mancanza dell’altro, il fatto che esso è imperfetto, mancante.


[1] Melanie Klein, Il lutto e la sua connessione con gli stati maniaco depressivi (1940), in Scritti 1921-1958, Torino, 1978.