A ciascuno il suo cervello (3)

Brani antologici: François Ansermet e Pierre Magistretti,  A ciascuno il suo cervello. Plasticità neuronale e inconscio, Bollati Boringhieri, 2008.

[62]

Prendiamo un’altra immagine: un grattacielo di notte, gli uffici sono vuoti, la facciata nell’oscurità. All’improvviso, una dopo l’altra, le finestre si illuminano, piccoli rettangoli di luce vengono a spezzare l’oscurità. Il processo sembra aleatorio, all’inizio, ma via via che appaiono le luci si abbozza una forma, che viene poi precisandosi, d’un tratto eccolo lì: appare un albero di Natale disegnato sulla facciata del grattacielo da centinaia di piccole luci; una precisa codifica nel paradigma di accensione delle luci definisce un oggetto che rappresenta un albero di Natale. Certo le sinapsi facilitate a livello cerebrale non “designano” un albero di Natale quando il ricordo si manifesta alla coscienza. Invece è probabile che venga attivato un paradigma di attività sinaptica sincrono e preciso allorquando si materializza il ricordo di un albero di Natale: esiste una codifica sinaptica della rappresentazione.

[63] Per prima viene dunque la percezione (W). La prima registrazione, la prima traccia di questa percezione, è per Freud il segno della percezione (Wz) regolato secondo la coincidenza temporale, che conduce ad “associazione per la simultaneità”.

[64-65] È sorprendente come Lacan, secondo un approccio derivante dall’aver messo in tensione la psicoanalisi rispetto alla linguistica generale di Ferdinand de Saussure, non abbia mai smesso di insistere sul fatto che al segno della percezione bisogna dare il suo vero nome, questo significante corrisponderebbe a una modificazione dell’efficacia sinaptica (di specifiche sinapsi) in relazione a un’esperienza unica, vissuta, che ne costituirebbe il significato. Potremmo così mettere sullo stesso piano la modificazione dell’efficacia sinaptica (la traccia sinaptica secondo la neurobiologia), il segno della percezione (la traccia psichica secondo Freud) e il significante (secondo Lacan). Questi tre termini (segno della percezione, traccia sinaptica e significante) corrisponderebbero a un significato che altro non è che la percezione dell’esperienza della realtà esterna. In linguistica, un significante è una sequenza di lettere in relazione con un significato, che si tratti di un oggetto o di un evento (esperienza). In altri termini, un significante, nel senso linguistico, si associa direttamente a un significato che è l’espressione stessa. Ora, se questo significante corrisponde alla traccia sinaptica e se il concetto di traccia sinaptica riassume il modello del paradigma di facilitazione sinaptica corrispondente alla rappresentazione di un’esperienza […], proseguendo nel ragionamento e prendendo alla lettera (è il caso di dirlo) la corrispondenza tra significante e traccia sinaptica, non è escluso che il modello di facilitazione sinaptica (i numeri delle sinapsi attivate) abbia il suo equivalente linguistico in una sequenza di lettere che costituiscono un significante. L’esperienza e il linguaggio sarebbero in tal caso collegati in quel punto di congiunzione fondamentale che è il segno della percezione o la traccia sinaptica. Proseguendo per questa strada, il segno della percezione materializzato nella traccia sinaptica diventa il primo e fondamentale punto di congiunzione tra il linguaggio e il vivente nel loro rapporto significante: ed è qui che sta l’essenza propria dell’uomo in quanto essere linguistico, ossia soggetto al significante oltre i limiti di un semplice linguaggio-codici.

[66] Le combinazioni di registrazioni e di ulteriori trascrizioni possono proseguire all’infinito. Prendiamo, per esempio, una serie di parole associate all’episodio dell’inibizione vissuto da Freud sulle rive del lago Trasimeno, quali Trasimeno, Annibale, Roma, viaggio. Ognuno di questi significanti (ognuna di queste sequenze di lettere) è associato a un significato, a una realtà esterna particolare, propria del soggetto. Ma l’insieme di questa sequenza di significanti può evocare anche un nuovo significato –  per esempio, un ricordo d’infanzia, o magari una fantasia implicata da quel tipo di associazione. In altri termini, questi significanti – a ciascuno dei quali corrisponde una traccia sinaptica ( nella misura in cui questi termini sono stati effettivamente memorizzati) – sono associati a significati appartenenti alla realtà del mondo esteriore, ma al tempo stesso ognuno di essi può associarsi ad altri significanti, prodotti dai medesimi meccanismi –  berretto, marciapiede, ebre –  per produrre tutti insiemem contestualmente, nuovi significati –  per esempio, umiliazione del padre, compromissione accademica. Un simile meccanismo di associazione tra significanti, ossia di associazione tra diverse tracce (psichiche e sinaptiche), può contribuire a organizzare nell’inconscio una fantasia –  nel caso del particolare centrata sulla posizione del figlio rispetto al padre –  in funzione di esperienze diverse particolarmente investite.