Una questione preliminare ad ogni possibile trattamento della psicosi (parte 3)

L’idea di allucinazione, come percezione senza oggetto, si fonda sull’ipotesi di un soggetto che percepisce, che ha delle allucinazione, che percepisce qualcosa che non esiste. A partire da questa idea, l’allucinato, sbaglia: dice di udire voci che nessuno proferisce o di vedere cose che non esistono. Il soggetto della percezione è il soggetto delle facoltà psicologiche. L’ipotesi alla base di questa concezione è che il percipiens sia un’istanza unificante. È l’individuo che unisce le varie percezioni. Lacan capovolge questa lettura. Egli considera il fenomeno allucinatorio in quanto tale. Egli parte dal perciptum, dal fenomeno, e da questo ne deduce il soggetto in gioco, ossia il percipiens.  Merlau-Ponty a tal proposito si sofferma sull’esperienza percettiva di Katz[1] in cui emerge che il perceptum è strutturato e che il percipiens è determinato dal perceptum, proprio come il soggetto è determinato dal significante. Il percepiens non causa il perceptum, non è il padrone del perceptum. Ne è, invece, un effetto. Non abbiamo un unico percipiens. Il percipiens varia al variare del perceptum. Il soggetto, per Lacan, non è costituente, nel senso di uniformante della realtà esterna. Questo semmai è l’Io nella sua funzione immaginaria. Il soggetto è costituto dal simbolico, è diviso dall’impatto con al realtà esterna. Rispetto al percipiens, c’è un perceptum preesistente che di fatto lo determina, lo costituisce. Il soggetto è determinato dall’ordine simbolico e i fenomeni allucinatori rivelano, confermano possiamo dire, quella che Lacan chiama autonomia dell’ordine simbolico. L’allucinato non riesce a padroneggiare la propria percezione, il perceptum gli si impone, lo determina. Proprio come il soggetto, non psicotico, è determinato dal’ordine simbolico. Se lo si sa leggere[2] il sintomo psicotico, come accade nei fenomeni allucinatori di Schreber, mostrano la struttura del linguaggio dell’inconscio freudiano e la determinazione dell’uomo da parte del significante.


[1] Cfr M. Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, trad. it. Il saggiatore, Milano 1965

[2] Jacques Lacan, Scritti, Einaudi, Torino, 1974, vol. 2, p. 533