Una questione preliminare ad ogni possibile trattamento della psicosi (parte 4)

Differentemente dal Seminario III, nella questione preliminare, Lacan ritiene che anche nella psicosi c’è l’Altro, non è l’altro della relazione intersoggettiva, è l’Altro del linguaggio. “Veniamo alla formulazione scientifica della relazione del soggetto con questo altro. Applicheremo “per fissare le idee” e le anime in pena la suddetta relazione dello schema L già proposto e qui semplificato.

che significa che la condizione del soggetto S (nevrosi o psicosi) dipende da ciò che si svolge nell’Altro A. Ciò che vi si svolge è articolato come un discorso (l’inconscio è il discorso dell’Altro), la cui sintassi Freud ha cercato di definire in un primo tempo nei frammenti che in momenti privilegiati, sogni, lapsus, tratti di spirito, ce ne giungono[1]. L’inconscio freudiano è un’articolazione simbolica. È un “Altrove” rispetto al pensiero cosciente,  è il “luogo presente a tutti e chiuso a ognuno in cui Freud ha scoperto che, senza che ci si pensi”, esso pensa. “Freud annuncia l’inconscio proprio in questi termini: pensieri che, anche se le loro leggi non sono affatto le stesse di quelle dei nostri pensieri, nobili o volgari, di ogni giorno, sono però perfettamente articolati”[2].

La psicosi, nel Seminario III, si colloca proprio nella mancanza dell’Altro del riconoscimento. Mentre, nella questione preliminare, l’elemento caratterizzante della psicosi è la mancanza di un significante. Il significante Nome-del-Padre. Lacan ricorre allo schema R per spiegare questo punto. “Cerchiamo ora di concepire una circostanza della posizione soggettiva, in cui all’appello del Nome-del-padre risponda, non l’assenza del padre reale, dato che questa assenza è più che compatibile con la presenza del significante, ma la carenza del significante stesso[3]. Il significante Nome-del-Padre è precluso, la “metafora paterna”, rilettura lacaniana dell’Edipo freudiano, non funziona, non si ha la sostituzione significante del Desiderio della Madre con il significante Nome-del-Padre. Poiché non funziona la metafora paterna, il soggetto, che è comunque inscritto nell’Altro del significante, non si iscrive nella significazione fallica. “Nel punto in cui […] è chiamato il Nome-del-Padre, può dunque rispondere nell’Altro un puro e semplice buco, che per carenza dell’effetto metaforico provocherà un buco corrispondente al posto della significazione fallica”[4].


[1] Jacques Lacan, op. cit., p. 545

[2] Jacques Lacan, op. cit., p. 544

[3] Jacques Lacan, op. cit., p. 553

[4] Jacques Lacan, op. cit., p. 554