Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921): Cap. 1-2

Introduzione

La psicoanalisi, sottolinea Freud, nonostante si focalizzi principalmente sullo studio del singolo individuo e cioè sulla ricerca di quella modalità singolare attraverso la quale emerge il soddisfacimento dei propri moti pulsionali, difficilmente potrà prescindere dalle interrelazioni che il singolo costruisce con gli altri individui. “Nei […] rapporti che istituisce con i genitori e i fratelli, con la persona amata, con l’amico, il maestro e il medico, il singolo subisce l’influsso di un’unica persona o di un numero assai limitato di persone, ognuna delle quali ha per lui acquistato un’importanza straordinaria”[1]. La psicologia delle masse, invece, considera l’individuo in quanto appartenente ad una stirpe, un popolo, un ceto sociale, un’istituzione, o come componente di un gruppo umano che in un certo momento e in vista di un determinato fine si è organizzato come massa.

La descrizione dell’anima delle masse in Le Bon

Freud si interroga su quale sia la forza che tiene coesi gli individui che vanno a formare una massa. Quale sia, cioè, quel vincolo, quella chiave di volta che tiene insieme le persone. Secondo Le Bon, ricorda Freud, nella massa le caratteristiche individuali dei singoli si diluiscono insieme alla specificità del loro modo di essere: emerge l’inconscio razziale, l’eterogeneo si annulla nell’omogeneo. Quelle sovrastrutture psichiche, le difese che in ogni singolo assumono le caratteristiche più variegate, s’indeboliscono e l’inconscio, la base, la radice che ognuno ha in comune con l’altro, è messo a nudo e reso operante, cioè, nella massa, le rimozioni dei propri moti pulsionali inconsci sembrano sfilacciarsi. Le Bon, ricorda ancora Freud, ritiene che nella massa gli individui sono in grado di manifestare caratteristiche in precedenza non possedute. Le Bon intercetta le cause di questo fenomeno in tre fattori diversi: l’aspetto numerico della massa che ingenera nell’individuo un sentimento di invincibile potenza, ciò apre la porta a istinti che, come individuo, avrebbe necessariamente tenuto a freno; il contagio mentale;  e per finire la suggestionabilità. La massa si presenta impulsiva, irritabile e mutevole, governata quasi interamente dall’inconscio. È acritica, credulona e straordinariamente influenzabile; per essa non esiste l’impossibile. La massa si sottomette alla forza suggestiva delle parole e non è interessata alla verità.


[1] S. Freud, Psicologia delle masse e analisi dell’io, in Il disagio della civiltà e altri saggi, Bollati Boringhieri, 2001, p. 66