Psicologia delle folle: le idee

Le idee delle masse vengono dagli intellettuali seppur ci mettono molto tempo per impiantarsi nelle masse. Ma quando lo fanno le idee acquistano una forza irresistibile. Le idee sono di due tipi: Accidentali e passeggere. Diverse da quelle fondamentali e stabili, quelle che governano l’assetto libidico e di godimento. “Le idee fondamentali potrebbero essere paragonate alla massa d’acqua di un fiume che scorre lentamente. Le idee passeggere invece somigliano alle piccole onde, sempre mutevoli, che increspano la superficie e che, pur non avendo importanza reale, sono più appariscenti della corrente stessa del fiume”[1].

Le masse non distinguono la realtà dall’immaginazione. È anche ciò che fa la loro forza propulsiva: tutti i grandi eventi storici, sono accompagnati dall’azione della massa, e sono caratterizzati da emozioni forti che non consentono una chiara  distinzione tra realtà e immaginazione. “Le idee suggerite alle folle possono diventare predominanti soltanto se rivestono una forma semplicissima che per di più sia traducibile in immagini. Infatti nessun legame logico, d’analogia o di suggestione, collega tra loro queste idee-immagini; esse possono pertanto sostituirsi l’un l’altra come le lastre della lanterna magica che l’operatore toglie dalla scatola dove erano conservate una sull’altra. […] Le idee – non potendo essere accettate dalle folle che dopo aver assunto una forma molto semplice – devono spesso subire le più complete trasformazioni prima di diventare popolari. […] Queste modificazioni dipendono soprattutto dalla razza cui le folle appartengono, ma hanno sempre carattere sminuente e semplificante.”[2]


[1] G. Le bon, Psicologia delle folle, Longanesi, Milano, 1996, p. 87

[2] G. Le bon, Psicologia delle folle, op. cit., pp. 88-90