Peccato originale (3/17)

L’angoscia della morte è qualcosa di secondario, ovvero, la maggior parte delle volte deriva dal senso di colpa. L’oscuro senso di colpa che domina l’umanità fin dall’inizio e che nella religione cattolica è condensato nell’idea di una colpa primordiale, di un peccato originale, è, sostiene Freud, l’espressione trasfigurata di un delitto di cui l’uomo delle origini è stato responsabile.

La pulsione di morte (come vedremo meglio più avanti) non equivale ad una “pulsione a lasciarsi morire”. Le prime traduzioni hanno creato un po’ di confusione, soprattutto quelle dal tedesco all’inglese dove la parola “pulsione” (trieb) di morte è stata tradotta con “istinto” (instinkt) di morte e ciò ha contribuito ad assimilare il concetto freudiano a qualcosa dell’ordine del “naturale”, ovvero ad una sorta di inclinazione a morire.

Ciò che Freud sembra volerci indicare con il concetto di pulsione di morte, è qualcosa dell’ordine della vita che tende a morire, e che, quindi, l’angoscia di morte in realtà non è altro che angoscia di vita attraverso la mortificazione del desiderio: non potendolo soddisfare, allora si tenta di metterlo a tacere, di soffocarlo.