La perdita di realtà nella nevrosi e nella psicosi (1924)

(1924, 10:39-43)

La nevrosi si caratterizza dal fatto ch l’Io, dipendendo dalla realtà, reprime una parte dell’Es, ovvero della vita pulsionale. Nella psicosi, invece, l’Io si mette, per dir così, a servizio dell’Es, ritraendosi da una porzione di realtà. Nella nevrosi è predominante la forza della realtà. Nella psicosi, invece, abbiamo lo strapotere dell’Es. La nevrosi è caratterizzata da quei processi che sostituiscono quell’elemento represso dell’Es, è il risultato di una rimozione non riuscita bene. Qualcosa di simile accade anche nella psicosi ma tra istanze psichiche diverse. Con la fuga, nella nevrosi, una parte del mondo esterno viene evitata, nella psicosi la realtà è ricostruita come se fosse nuova, daccapo. Alla fuga iniziale, nella psicosi, segue una fase di ricostruzione attiva, nella nevrosi invece, alla sottomissione iniziale, segue un tentativo continuamente rinviato di fuga. Il nevrotico non rinnega la realtà, ma non vuole saperne nulla. Lo psicotico, invece, rinnega la realtà cercando di sostituirla. La ricostruzione della realtà nella psicosi concerne le tracce mnestiche, le rappresentazioni e le valutazioni prese dalla realtà, e comporta un “arricchimento” della realtà con nuove percezioni. Lo psicotico si procura percezioni in grado di essere comunque pertinenti con la nuova realtà creata, la modalità più efficace in questo caso è l’allucinazione. Nella psicosi, ipotizza Freud, la porzione di realtà respinta si ripresenta costantemente nella vita psichica, così come accade nella nevrosi con la pulsione rimossa. Le nevrosi e le psicosi si differenziano a livello topico a partire dalla situazione del conflitto patogeno di iniziale: se durante il conflitto, l’Io rinuncia al proprio attaccamento alla realtà, o rinuncia invece alla propria dipendenza dall’Es.

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Cfr. S. Freud, Inibizione, sintomo e angoscia e altri scritti 1924-1924, Opere di S. Freud, Vol. 10, Torino, Bollati Boringhieri, 2000.