Il taglio

Giorgio Agamben ha scritto: Cos’è un dispositivo. Il mondo di oggi si caratterizza per una sconfinata proliferazione e accumulazione di dispositivi. Non vi è istante che non sia plasmato, controllato o contaminato da un dispositivo. A fondamento di ogni dispositivo, cellulare, televisione, PC, automobile e così via, c’è il desiderio di felicità. In ogni dispositivo c’è un cotè alienante, oggettivante ma anche un lato soggettivante. Cioè un lato integrato con le strategie del soggetto. A ogni soggetto il proprio uso particolare del gadget, che resta nascosto dietro la propria storia, il proprio desiderio, nel proprio tempo.

La scommessa dell’analisi è quella di trovare il tempo del soggetto. Il tempo logico piuttosto che non un istante che gira su se stesso.  Bisogna passare dall’istante di vedere all’istante di concludere di vedere. Non è tagliare come il grande castratore. Ma vedere il momento di concludere. Puntualizzarlo. Cioè entrare nella logica di un manenggiamento dell’istante. L’istante come discontinuità. Il tutto e subito è un tempo eternizzato. L’istante di vedere inghiotta il tempo, bisogna introdurre il tempo di concludere nel realizzare l’istante. L’istante introduce una discontinuità nella temporalità. Un momento di risveglio. L’istante del taglio va contro la continuità del tempo. Il taglio dell’istante fa sì che non si è più determinati da quello che si è stati. Non si fa un taglio nel godimento, come fa un inquisitore del godimento, ma un taglio nel temporale che risveglia. Per metterlo di fronte alla perplessità di quello che è stato. Ripetizione generazionale, famigliare. Ripetizione, ripetizione, sempre ripetizione.

Con i bambini e gli adolescenti, bisogna dare un taglio temporale e non di godimento. Il taglio di godimento è l’effetto dell’entrata nel tempo. Il tempo è la legge, l’origine. È una delle forme della legge. Il taglio dell’istante va contro il non tempo del godimento. Si tratta nella clinica psicoanalitica, di fronte ai sintomi ipermoderni: bisogna inventare una ricerca infinita del plusgodere.