Dov’è la differenza tra nevrosi e psicosi?

Le pulsioni di autoconservazione possono essere concepite come libido aventi come oggetto l’io stesso: nel narcisismo, l’io è preso come oggetto della libido e quindi la differenziazione tra pulsioni di autoconservazione e quelle di morte non tiene più. Per rendere conto della dimensione conflittuale alla base della psicopatologia, Freud propone una concezione dualistica della dimensione pulsionale: pulsione di morte e libido.  Mentre la pulsione di morte è concepita come ripetizione del trauma, della scena tramuatica, si pensi alle ripetizioni dei sogni traumatici dei sopravvissuti alle guerre, il principio del piacere, consiste essenzialmente nella riduzione degli stimoli. Ad un aumento di stimoli il principio di piacere tende a riportare il livello degli stimoli al più basso possibile. Riduzione al minimo dello stimolo.

In Nevrosi e psicosi (1923), la nevrosi è l’esito del conflitto tra l’Io e l’Es. Il sintomo è la manifestazione di qualcosa che è rimosso nella forma del sintomo. Ciò che è stato rimosso è un moto pulsionale. Il sintomo ripropone questo moto pulsionale, che ritorna in una forma di compromesso. Non c’è rimozione senza ritorno del rimosso e viceversa. Nella rimozione entra in gioco il Super-io. Entra in gioco sia il Super-Io che l’Es. Ovvero, c’è un aspetto di soddisfazione legato al sintomo che lo rende difficile da scalzare e che ha che fare con il Super-io (come il “Tu godi!” di Lacan).

Nella psicosi abbiamo l’esito di un perturbamento simile, fra l’Io e il mondo esterno. Accade qualcosa di analogo alla nevrosi ma non del tutto. La psicosi è l’esito di un meccanismo analogo alla rimozione che consisterebbe in una lacerazione tra l’io e il mondo esterno. Uno scollegamento del soggetto dal mondo esterno. Il sintomo è un tentativo di ricostruzione di qualcosa che si è lacerato. Si pensi al caso di Schreber dove alla frattura completa con il mondo fa seguito una costruzione di un nuovo mondo che va a sostituirsi a quello condiviso nel drammatico tentativo di porre rimedio a questa lacerazione. La lacerazione che Freud ritrova sia nella psicosi che nella nevrosi è il mancato appagamento di uno di quei invincibili desideri della nostra infanzia. Da una parte, nella nevrosi, c’è la rimozione. Abbiamo un sintomo. Dall’altra, nelle psicosi, abbiamo un meccanismo simile ma che produce delirio che funge da toppa e che è caratterizzato da una completa lacerazione rispetto al mondo esterno. La differenza non sta nel fatto che nella nevrosi si conserva il contatto con la realtà e nella psicosi questo si perde, no. Non è questo il punto. Anche nella nevrosi c’è una perdita di realtà.