Analista donna

Lacan inventa il concetto di “analista donna”. Ne parla in Ancora e in Lo Stordito. Le donne analiste hanno saputo fare della loro mancanza qualcosa che è servito a tutto il movimento psicoanalista. Hanno saputo estrarre qualcosa dalla loro mancanza, dalle loro vicissitudini personali facendone qualcosa per la loro produzione teorica.

Nel periodo delle scissione, molti prendevano un pezzettino della teoria di Freud per gonfiarla fino a farne una teoria propria. Melania Klein prende il concetto di madre. Il rapporto con la madre è stato conflittuale. Un giorno la madre le disse che lei non era desiderata in quanto ultima figlia.  Molto probabilmente è da questo episodio biografico che la madre, per Melanie Klein, a tutti i costi deve essere ricomposta, idealizzata: la sublimazione è la ricostruzione del corpo materno come Ding. La Klein ha messo al posto della madre sufficientemente cattiva la madre ideale.

Melania Klein sposò un ingegnere (la madre desiderava che sposasse quest’uomo). Ebbe tre figli. Dopo le gravidanze ebbe sempre delle crisi depressive. Il fratello voleva diventare un artista, la famiglia lo osteggiò e  lui si suicidò. La sorella morì quando lei aveva nove anni. Le morti famigliari ebbero un peso enorme nella sua teoria.

Klein, per certi versi, può essere definita, la “teorica della morte”. Freud dice che non è possibile rappresentarsi la propria morte, invece Klein sostiene che è proprio in questo punto che Freud si sbaglia. L’angoscia è di morte. L’angoscia è della morte. Nella Klein non c’è godimento.

Ferenczi la convince che lei può essere una psicoanalista: tu sei una grande organizzatrice, le dice. Infatti riesce a  raccogliere delle persone intorno a sé.

Klein inizia a mettere in evidenza il sadismo. Parla del sadismo femminile. Per Freud il soggetto proietta sul padre. Per Klein, il soggetto proietta il suo sadismo nella madre. La nominazione di questi momenti sadici nei confronti di questi oggetti (il seno, il pene…) consente di fare un passo teorico in avanti. L’aspetto più importante è quello di andare più indietro possibile per recuperare quei processi primitivi (sadismo, oggetto) per poterli nominare: viene data una grande importanza alla nominazione. In Lacan non si va giù nel profondo e poi si risale come la Klein: in Lacan l’impossibile a dirsi c’è fin da subito,  mentre la Klein riporta nel linguaggio la Das Ding per poterla riparare. La Klein nomina il buco per farlo diventare meno cattivo,  Lacan lascia il buco senza nominazione. Per Lacan il buco si costruisce, per la Klein è all’origine.

Anna Freud, altra analista donna, è stata analizzata dal padre. Probabilmente è da questa particolarità bibliografica che trae origine lo svuotamento della sua teoria da ogni riferimento alla libido e il ripiegamento sulla pedagogia. Con i bambini non c’è il transfert ma solo educazione. Anna Freud era omosessuale. Una vergine educatrice e una pedagoga esigente.

Ricordiamo la modernità di Helene Deutsch a proposito delle donne frigide che sarebbero caratterizzate da un’eccessiva identificazione al padre: trovano un equilibrio nell’identificazione  virile. Non è il caso di  intervenire troppo sulla loro identificazione all’uomo. Se la cosa non disturba il soggetto non bisogna andare troppo a scuotere quel punto. Sono identificazioni centrali. È stata una grandissima teorica della credenza: identificazione del come sé.