Uno stato somatico non può essere rimosso (14/23)

Per Freud i contenuti inconsci sono indistruttibili.[i]

I sintomi si strutturano grazie al ritorno del rimosso.[ii]

Il rimosso ritorna utilizzando le stesse vie associative che sono entrate in gioco nella rimozione. La rimozione e il ritorno del rimosso sono due operazione profondamente intrecciate tra di loro. L’asceta che lotta contro la tentazione usando l’immagine della croce vede apparire al posto del crocefisso una donna nuda. Ciò che è stato rimosso produce i suoi effetti sotto forma di trasformazioni e derivati del ricordo dimenticato.[iii]

Le rappresentazioni rimosse sfuggono. Si nascondono, si coagulano in un agglomerato psichico autonomo, isolato e regolato da leggi proprie.

Una rappresentazione rimossa è essa stessa un primo “nucleo e centro di cristallizzazione”[iv] in grado di richiamare a sé altre rappresentazioni intollerabili.

La rimozione originaria rimuove non tanto la pulsione ma i suoi segni, le rappresentanze che restano precluse alla coscienza e alle quali resta agganciata ostinatamente la pulsione.[v]

È così che si forma un primo agglomerato di rappresentazioni inconsce che fungono da attrattori di altre rappresentazioni da rimuovere.

Nello stesso testo poi parla di un secondo stadio della rimozione ossia della «rimozione propriamente detta» o «post-rimozione» che «colpisce i derivati psichici della rappresentanza rimossa, oppure quei processi di pensiero che pur avendo una qualsiasi altra origine sono incorsi in una relazione associativa con la rappresentanza rimossa»[vi].

Quindi, la rappresentazione rimossa da un lato respinge, dall’altro attrae a sé.

Il rimosso ritorna, sotto forma di formazioni di compromesso, lapsus, sintomi.[vii]

La rimozione produce i suoi effetti sulle “rappresentanze ideative” della pulsione e non sulla pulsione, né sull’affetto, che subisce variegate trasformazioni che possono in qualche modo richiamare il meccanismo della rimozione, ma un affetto non può diventare rimosso.


[i] «È esatto che i desideri inconsci rimangono sempre attivi. Essi rappresentano vie praticabili ogni qualvolta un quantum di eccitamento se ne serva. È addirittura una caratteristica preminente dei processi inconsci, quella di rimanere indistruttibili. Nell’inconscio nulla può essere portato a termine, nulla è trascorso o dimenticato.» Freud S., Interpretazione dei sogni, OSF, vol. 3, p. 527.

[ii] Mediante «formazioni di compromesso tra le rappresentazioni rimosse e quelle rimoventi». Freud S., Etiologia dell’isteria, OSF, vol. 2, 313.

[iii] «Quando il rimosso ritorna, sorge dallo stesso elemento rimovente» Freud S., II delirio e i sogni nella «Gradiva» di Wilhelm Jensen, OSF, vol. 3, p. 286.

[iv] «[…» quando questo processo si produce per la prima volta, si forma con ciò un nucleo e centro di cristallizzazione per la formazione di un gruppo psichico distinto dall’Io, attorno al quale si raccoglie successivamente tutto ciò che avrebbe per presupposto l’accettazione della rappresentazione contraddicente» Freud S., Studi sull’isteria, OSF 1, p. 278.

[v] «Questa prima fase della rimozione […] consiste nel fatto che alla “rappresentanza” psichica (ideativa) di una pulsione viene interdetto l’accesso alla coscienza. Così si produce una fissazione: la rappresentanza in questione continua da allora in poi a sussistere immutata, e la pulsione rimane ad essa legata.» Freud S., Metapsicologia, OSF, vol. 8, p. 38.

[vi] Ibidem.

[vii] Cfr., ivi, p. 38 e p. 44.