Sviluppo senso-motorio nei bambini non vedenti – Presentazione ed analisi critica di alcuni aspetti (4)

Reaching e grasping

Fintanto che il bambino cieco non avrà maturato una stabile rappresentazione mentale del mondo esterno e non avrà compreso che gli oggetti sono entità separate da lui e permanenti nello spazio, avrà una serie di difficoltà a mostrare il desiderio di afferrarli o di trovarli (Hatwell, 2003).

Un deficit visivo grave causa il rallentamento nello sviluppo dell’abilità manuale, in particolare nella sincronizzazione udito-mano e l’assenza di un controllo visivo dei movimenti durante le attività esplorative, genera lentezza nello sviluppo motorio e cognitivo e nell’acquisizione della permanenza dell’oggetto. Basti pensare agli effetti che, per esempio, l’ambliopia ha sui movimenti di precisione dei bambini che ne sono affetti. Le abilità motorie più raffinate sono ridotte, particolarmente quelli affetti da strabismo. In un recentissimo studio è stata dimostrata, per i bambini affetti da ambliopia, una significativa difficoltà nelle abilità manuali che richiedevano sia destrezza che velocità (Ann L. Webber, Joanne M. Wood, Glen A. Gole, and Brian Brown, 2008).

La coordinazione tra il movimento manuale e la percezione visiva è fondamentale per l’apprendimento nelle prime fasi dello sviluppo. I bambini anticipano le caratteristiche fisiche dell’oggetto prima di toccarlo mediante la percezione visiva. Essi possono imparare molto dalla semplice esplorazione visiva dell’ambiente fisico. In un esperimento (Tracy M. Barrett, Emily Traupman, Amy Needham, 2007), i bambini afferravano una serie di quattro palle simili in dimensioni e forma, ma diversi nella struttura. Due di esse erano fatte di materiale plastico solido e duro, una trasparente e l’altra opaca, entrambe avente una struttura rigida mentre due erano composte di materiale plastico flessibile e senza struttura rigida.

(Tracy M. Barrett, Emily Traupman, Amy Needham, 2007, p. 2)

La struttura non rigida consentiva di essere afferrata con precisione proprio grazie alle escrescenze che ne formavano la superficie. Differentemente, le palle rigide potevano essere afferrate solo con un intenso sforzo della mano che afferra, in quanto la palla si presentava abbastanza grande per la mano del bambino. I risultati di questi esperimenti suggeriscono che i bambini dai 5 ai 15 mesi di età sono in grado di acquisire informazioni circa la struttura di un oggetto percependolo solo visivamente mentre si agisce sull’oggetto stesso. Si può ritenere attendibile, secondo questa ricerca l’ipotesi che la congiunzione visivo-motoria sia presente appena il bambino risulta capace di porre in essere azioni indirizzate verso gli oggetti, e tale abilità consentirebbe loro di selezionare la giusta presa per quella specifica struttura/forma oggettuale, anche se poi potranno, semmai, non essere capaci di afferrare l’oggetto realmente, nel senso che non riescono ad eseguire il movimento per portare verso di sé l’oggetto. Ovviamente la cecità limiterà significativamente la capacità di anticipare visivamente programmando il movimento e tenendo presente la specifica struttura/forma dell’oggetto da afferrare.

Molti studi suggeriscono che vi sia un ritardo nell’inizio dell’esecuzione dei movimenti nei bambini ciechi. L’infante ha bisogno di avere consapevolezza della presenza di una persona o di un oggetto prima di essere motivato ad allungare la mano o afferrare. Il concetto di permanenza della persona o dell’oggetto è stato largamente studiato nell’ambito della percezione visiva. Il suono non costituisce un sostituto capace di contribuire sufficientemente alla formazione di un immagine interna del mondo esterno, e quindi non sarà motivato dal suono ad allungarsi per afferrare o muoversi “per andare verso”. I bambini non vedenti sembrano avere più difficoltà nella ricerca della fonte sonora rispetto ai bambini normovedenti. Rispetto a questi ultimi, i primi sono obbligati, per certi versi, a concentrarsi principalmente sullo sviluppo dell’associazione audio-aptica (Freedman D, Cannady C., 1971; Sonksen P, Levitt S, Kitsinger M., 1984; Singhania RU., 1992  ).

Nella percezione dell’orientamento, alcuni studiosi hanno messo in risalto la funzione degli “indici gravitazionali” forniti dal braccio quando si muove in aria mentre è in corso l’esplorazione. Tali indici gravitazionali sembrano garantire una migliore elaborazione dell’orientamento, favorendo dei processi analoghi a quelli della visione. Nel caso in cui tali indici risultino mancanti o deboli  (es. braccio appoggiato su una superficie mentre è in corso l’esplorazione su di un piano orizzontale) gli orientamenti sembrano esser percepiti mediante una codificazione della successione delle azioni esplorative anziché da un’elaborazione spaziale avente come fondamento le coordinate cartesiane verticale e orizzontale (Gentaz & Hatwell 1995, 1996, 1998, 1999).

Le informazioni visive inerenti alla localizzazione della mano nello spazio, giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo della capacità di reaching verso gli oggetti. In uno studio di Renee L. et al., è stato indagato il ruolo della visione nell’abilità di reaching e di manipolazione di oggetti in bambini di 15 mesi, misurando la precisione dell’azione in riferimento al livello di accessibilità delle informazioni visive. I bambini dovevano raggiungere sia oggetti di piccole dimensioni che di grandi dimensioni. Le condizioni in cui erano presentati gli oggetti erano due, la prima garantiva dei buoni feedback visivi concernenti l’obiettivo da raggiungere e la mano che si muove (illuminazione completa), nella seconda invece, il bambino aveva accesso solo ai feedback visivi provenienti dall’oggetto (che era luminescente ma al buio). A differenze degli studi sui bambini più piccoli, questo sui soggetti di 15 mesi, ha mostrato che questi ultimi sono più sensibili ai cambiamenti, quando i compiti implicavano movimenti di precisione e quando riguardavano i feedback visivi, mostrando che i movimenti correttivi necessari per i compiti di reaching diventano più difficili man mano che si cresce e quindi man mano che le richieste di modulazione dei movimenti diventano più complesse. In aggiunta occorre dire che queste riduzioni di qualità nei movimenti a seguito dei cambiamenti delle condizioni ambientali di percezioni, sono simili a quelli riscontrati negli adulti e suggeriscono che il sistema visivo pò diventare più importante nel corso dello sviluppo, poiché i bambini saranno impegnati in compiti che richiederanno sempre maggior precisione. (Renee L. Carrico, Neil E. Berthier, 2007). Possiamo evincere, anche da questo ultimo studio, l’enorme incidenza della cecità sullo sviluppo delle abilità di Reaching e grasping.

Bibliografia

Ann L. Webber, Joanne M. Wood, Glen A. Gole, and Brian Brown (2008). The Effect of Amblyopia on Fine Motor Skills in Children. In: IOVS, February, Vol. 49, No. 2. (3)

Freedman D, Cannady C. . (1971) Delayed emergence of prone locomotion. J. Nerv. Mental Dis.; 153: 108–17

Gentaz, E., & Hatwell, Y. (1995). The haptic “oblique effect” in children’s and adults’ perception of orientation. Perception, 24, 631-646.

Gentaz, E., & Hatwell, Y. (1996a). Role of gravitational cues in the haptic perception of orientation. Perception & Psychophysics, 58, 1278-1292.

Gentaz, E., & Hatwell, Y. (1998). The haptic oblique effect in the perception of rod orientation by blind adults. Perception & Psychophysics, 60, 157-167.

Gentaz, E., & Hatwell, Y. (1999). Role of memorisation conditions in the haptic processing of orientations and the “oblique effect”. British Journal of Psychology, 90, 373-388.

Hatwell, Y. (2003). Psychologie cognitive de la cécité précoce. Paris : Dunod.

Renee L. Carrico, Neil E. Berthier (2007). Vision and precision reaching in 15-month-old infants. In: Infant Behavior & Development 31 62–70.

Singhania RU. (1992). Development in severely visually handicapped children and visual therapy remediation. Ind. J. Pediatr. 59: 73–7.

Sonksen P, Levitt S, Kitsinger M.. (1984) Identification of constraints acting on motor development in young visually disabled children and principles of remedation. Child Care, Health Devel.; 10: 273–86.

Tracy M. Barrett, Emily Traupman, Amy Needham (2007). Infants’ visual anticipation of object structure in grasp planning. In: Infant Behavior & Development 31 (2008) 1–9.