Schemi disadattivi

Gli schemi sono rappresentazioni semantiche di esperienze, idee, stimoli. Essi organizzano e integrano le nuove informazioni caratterizzando la modalità secondo la quale i fenomeni sono percepiti e concettualizzati (A.T. Beck, 1967; D.A. Clark et al., 1999; Williams et al., 1997).

Gli schemi sono strutture che contengono le rappresentazioni di significato e che influenzano la selezione, la codifica, l’organizzazione, la conservazione e il recupero delle informazioni. Gli schemi strutturano le nostre convinzioni, orientano i nostri comportamenti e le nostre credenze,  guidano l’interpretazione delle nostre esperienze. Le credenze e i comportamenti incidono sull’intensità delle nostre reazioni emotive mediante una rappresentazione simbolica della situazione (D.A. Clark et al., 1999). Ci sono diversi tipi di schemi. Gli schemi semplici rappresentano il singolo oggetto o la singola idea (il significato di “casa”, “sole” ecc.). Le convinzioni intermedie, pertengono alle regole, agli assunti e ai comportamenti che usiamo per giudicare e guidare noi stessi e le nostre interpretazioni degli altri e delle nostre esperienze. Per esempio: “Meglio non fidarsi degli uomini”, “ Per superare l’esame dovrò studiare il doppio degli altri” … .

Un sottotipo delle convinzioni intermedie si caratterizza per il condizionale “Se … allora”, per esempio, “Se lavoro più degli altri, dovrò essere ricompensato”, “Se sarò gentile con gli altri, allora essi non mi abbandoneranno”, “Se sarò distaccato con lei, allora sarà sempre innamorata di me”.

Infine abbiamo l’ultima tipologia di schemi, le convinzioni nucleari (core beliefs) che affondano le loro radici nella prima età dello sviluppo (J. S., Beck, 1995). Sono credenze ipergeneralizzate, rigide, assolute, riguardano se stessi, gli altri e il mondo personale. Incidono notevolmente sul modo di percepire noi stessi e il contesto intorno a noi. Esempio: “io non sono capace”, “sono fragile e inguaribile”, “io sono giusto” e così via.

Quando gli schemi disadattivi e l’elaborazione distorta dell’informazione porta a interpretazioni e a valutazioni errate del Sé, delle esperienze personali e delle relazioni interpersonali ciò può sfociare in una condizione di psicopatologia. Ovviamente gli errori di inferenza e ragionamento, presenti anche in persone psichicamente sane, amplificano i loro effetti durante periodi di disagio emotivo. L’addestramento all’identificazione e alla correzione degli errori cognitivi, è una delle procedure fondamentali della terapia cognitiva.

Gli errori cognitivi più comuni alla base degli stati psicopatologici sono: l’inferenza arbitraria, ovvero arrivare ad una conclusione in un ragionamento senza prove o quando le prove dimostrano il contrario della conclusione; l’astrazione selettiva, che porta a concentrarsi su un particolare ignorando le caratteristiche più importanti per quella determinata situazione; l’ipergeneralizzazione, che induce a giungere ad una conclusione a partire di uno o pochi isolati eventi; pensiero dicotomico, che consiste nella tendenza a classificare l’esperienza della vita in una o due categorie antitetiche, tralasciando gli aspetti più moderati; la personalizzazione, che si riferisce alla tendenza a considerare gli eventi esterni in relazione a se stessi; la sopravalutazione, che consiste nella tendenza a esagerare o minimizzare (sottovalutazione) le conseguenze di un determinato fatto (Fonte. A.T. Beck, 1963; A.T. Beck et al., 1979; DA Clark et al., 1999.)

 

Riferimenti Bibliografici

Beck AT: La depressione (1967). Torino, Bollati Boringhieri, 2000

Clark DA, Beck AT, Alford BA: Teoria e terapia cognitiva della depressione (1999) Milano, Masson, 2001

Williams JMG, Watts FN, Macleod C, et al: Cognitive Psychology and Emotional Disorders, 2nd Edition. Chichester, UK, Wiley, 1997

Beck, J. S. (1995). Cognitive therapy: Basics and beyond. New York: Guilford.

Beck, A. T.: Thinking and Depression: 1. Idiosyncratic Content and Cognitive Distortions, Arch Gen Psychiat (Chicago) 9:324-333, 1963

Beck AT, Rush AJ, Shaw BF, et al: Terapia cognitiva della depressione (1979), Torino, Bollati Boringhieri, 2009

Clark DA, Beck AT, Alford BA: Teoria e terapia cognitiva della depressione (1999)  Milano, Masson, 2001.