Psicologia delle folle: le deformazioni della realtà

Le masse sono impulsive, in loro non c’è latenza. Le masse sono mobili, irritabili, qualunque intoppo le irrita. Sono facilmente suggestionabili, sono credulone. Quello che la massa dice di aver visto diventa vero. La testimonianza delle masse è nulla, maggiore è il numero e minore è la sua affidabilità: si parla in questo caso di effetto suggestione. “Le deformazioni che una folla fa subire a un qualunque avvenimento di cui è testimone dovrebbero, così parrebbe, essere innumerevoli e di significanti diversi, poiché gli uomini che compongono la folla hanno temperamenti assai diversi. Ma non è affatto così. Per effetto del contagio, le deformazioni assumono la stessa natura e lo stesso significato per tutti gli individui della collettività”[1]. I sentimenti delle folle sono esagerati, estremi, primari. Le folle sono intollerabili, non sopportano discussioni. Sono conservatrici, sono inconsciamente sottomesse a delle sedimentazioni ancestrali: c’è il radicamento a delle credenze plurisecolari. “Nella folla, l’esagerazione di un sentimento aumenta d’intensità per il fatto che, propagandosi molto in fretta grazie alla suggestione e il contagio, quel sentimento è oggetto di approvazioni che ne accrescano considerevolmente la forza. […] La semplicità e l’esagerazione dei sentimenti liberano le folle dal dubbio e dall’incertezza. Come le donne, le folle spingono subito le cose agli estremi. Il sospetto appena sfiorato si trasforma immediatamente in evidenza indiscutibile. Un inizio di un antipatia o di disapprovazione, che nell’individuo isolato rimarrebbe poco accentuato, diventa senza indugio odio feroce […]. La certezza dell’impunità, tanto più feroce quanto più la folla è numerosa, e la coscienza del grande e momentaneo potere dovuto al numero, rendono possibili alla collettività sentimenti ed atti impossibili all’individuo isolato. In una folla, l’imbecille, l’ignorante e l’invidioso sono liberati dal sentimento della loro nullità ed impotenza al quale si sostituisce la nozione di una forza brutale, transitoria ma immensa. […] Abilmente suggestionate, le folle diventano capaci di eroismo e abnegazione. Ne sono, anzi molto più capaci degli individui isolati […]. Poiché la folla è impressionata soltanto da sentimenti impetuosi, l’oratore che vuole sedurla deve abusare di dichiarazioni violente, esagerare, affermare, ripetere e mai tentare di dimostrare alcunché con il ragionamento”[2].


[1] G. Le bon, Psicologia delle folle, Longanesi, Milano, 1996, p. 65

[2] G. Le bon, Psicologia delle folle,op. cit.,  pp. 75-76