Giove o della “divina bestialità” (parte 4)

Dalla meraviglia nacque il nome Giove che poi divenne  << il titolo di padre degli uomini >>. Giove detronizzò suo padre Saturno (Krono), dopo essere stato messo in salvo dalla madre Rea. Anche Krono ebbe a scontrarsi con suo padre Urano. Urano odiava tutti i suoi figli e per questo li obbligava a  nascondersi nelle viscere di Gea, loro madre. Un giorno Gea , avvilita, per vendicarsi di Urano e per liberarsi di lui, preparò una grande falce che avrebbe dato ad uno dei suoi figli come arma per vendicarsi di quella ignobile tortura. Nessuno ebbe il coraggio di accettare, solo Krono si fece avanti e con la falce tagliò i testicoli di Urano e con il sangue fuoriuscito fecondò nuovamente Gea, che partorì le Erinni, i Giganti e le ninfe. Krono poi gettò i genitali nel mare[1]: <<attorno bianca la spuma dall’immortale membro sortì, e da essa una figlia nacque: Afrodite>>[2]. Krono poi sposò Rea ed ebbe numerosi figli. Dato che gli era stato predetto che  uno dei suoi figli lo avrebbe detronizzato, appena nati li inghiottiva. Giove fu l’unico, che messo in salvo dalla madre, non fu inghiottito e diventato adulto liberò i fratelli costringendo Krono a vomitarli uno ad uno: tutto ciò segnò l’inizio dell’umanità. Giove costituisce il primo nome, il frutto del primo battesimo,  dopo il quale infiniti altri si realizzeranno sulla terra[3].

I principi della “Logica poetica” costituiscono i fondamenti della cultura dei poeti-teologi i quali facevano sì che i corpi, gli oggetti, gli eventi naturali, fossero interpretati come manifestazioni divine, e la poesia diviene per Vico “logica poetica” non in quanto scienza precisa, esatta, ma perché seppure imprecisa (opaca) nei << contenuti >>, è vera nella forma: E non meno che i corpi, egli atterrò le di loro menti, con fingersi tal idea sì spaventosa di Giove, la quale – se non co’ raziocini, de’ quali non erano ancor capaci, co’ sensi, quantunque falsi nella materia, veri però nella loro forma (che fu la logica conforme a sì fatte loro nature) [4].


[1] Cfr. L. Biondetti, Dizionario di mitologia classica: dèi, eroi, feste, Milano, Baldini e Castoldi, 1998; in partic. alle voci Crono e Urano.

[2]Ibidem.

[3]  << Pieno di merito, ma poeticamente abita l’uomo su questa terra >> è uno dei cinque detti-guida con il quale Heidegger si cimenterà nell’indagine su Hölderlin e l’essenza della poesia, cit., p. 41.  Nonostante abbiamo cercato, nelle pagine addietro, di argomentare le palesi differenze tra Heidegger e Vico, in certe pagine degli scritti raccolti in La poesia di Hölderlin, sono innegabili certune somiglianze: << La poesia è il linguaggio originario di un popolo storico. È quindi viceversa l’essenza del linguaggio che va compresa a partire dall’essenza della poesia >>; Ivi, p. 52.

[4] S.N., 502.