Fantasie primarie

Sono formazioni  che strutturano la vita fantasmatica indipendentemente dai vissuti personali. Le fantasie primarie (Urphantasien) sono strutture universali che secondo Freud sono ereditate filogeneticamente.

Scriverà Freud nel 1915 “Io chiamo queste fantasie – l’osservazione del coito dei genitori, la fantasia di seduzione, di evirazione e altre – fantasie primarie[1]. Queste sono scollegate da esperienze realmente vissute. Sono fatti realmente accaduti ma in un ipotetico passato molto lontano: “Mi sembra assolutamente plausibile che tutto quanto oggi ci viene raccontato nell’analisi come fantasia […] sia stato una volta realtà nei primordi della famiglia umana, e che il bambino, con la sua fantasia, abbia semplicemente colmato le lacune della verità individuale con la verità preistorica”[2]. Quindi quella verità arcaica diventerà poi realtà psichica.

Freud sarà sempre alla ricerca di questi fatti primordiali e traumatici. Tra queste è utile ricordare la scena del coito a cui il bambino partecipa come osservatore. Fin da subito Freud cercherà di isolare un numero definito di scene primarie.[3] Un po’ alla volta sostituirà il concetto realistico di scena primaria (Urszenen) con quello di fantasia primaria.

Freud si è soffermato su delle sequenze immaginarie prototipiche (romanzo familiare) o costruzioni concettuali (teoria sessuale infantile) attraverso le quali ognuno di noi prova a dare senso alle domande essenziali della vita.

Emblematico a tal proposito è il caso dell’Uomo dei lupi. In questo lavoro egli cerca di confermare la realtà della scena del coito dei genitori, insistendo sul fatto che la percezione del fatto (la sua osservazione) deve aver in qualche modo favorito degli indizi al bambino. È in questo caso che introduce il concetto di fantasia primaria a partire dal quale poter isolare il nucleo fantasmatico dell’evento, che se non viene trovato nella storia individuale del soggetto può, appunto, essere rintracciato nella storia filogenetica della specie. Quindi oltre alla percezione, in grado di riattivare la fantasia, Freud cercherà sempre di fondare su qualcosa di diverso dall’evento, l’essenza della fantasia. In alcuni passaggi addirittura sempre prediligere la componente presoggettiva su quella individuale: “Laddove le esperienze individuali non si inscrivano in questo schema ereditario, esse vengono rimodellate in virtù di un processo dell’immaginazione […] sono proprio questi i casi che meglio ci mostrano l’esistenza indipendente dello schema. Potremo notare come spesso lo schema prevalga sull’esperienza individuale”[4].

Le fantasie primarie (scena primaria, evirazione, seduzione) si riferiscono alle origini, proprio come i miti collettivi. Esse propongono una rappresentazione in risposta a quegli enigmi fondamentali della vita. La scena primaria (il coito tra i genitori) rappresenta l’origine del soggetto. La fantasia di seduzione raffigura l’origine della sessualità. La fantasia di evirazione, rappresenta l’origine della differenza dei sessi.


[1] S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi e altri scritti 1915-1917, Opere di Sigmund Freud, Torino, Bollati Boringhieri, 2002, vol.8, p. 165

[2] Op. Cit., p. 526

[3] Cfr., S. Freud, Progetto di una psicologia e altri scritti 1892-1899, Opere di Sigmund Freud, Torino, Bollati Boringhieri, 2002, vol. 2, p. 58

[4] S. Freud, Totem e tabù e altri scritti 1912-1914, Opere di Sigmund Freud, Torino, Bollati Boringhieri, 2000, vol.7, 590.