Elementi introduttivi di psicoanalisi – annotazioni disordinate

Ogni individuo è folle, pur presentandosi, ogni giorno, come un essere razionale. Il mondo dei sogni potrebbe essere definito come il mondo della follia: privo di spazio, tempo, nulla di quello che sappiamo funziona come dovrebbe. Una volta svegli ci affanniamo per riavviare il funzionamento razionale. Ogni mattina, ciascuno mette in atto un proprio rituale per riappropriarsi della propria razionalità. I sogni, tuttavia, rappresentano l’underground della nostra personalità.

Tutti noi siamo “anche” folli, anzi, la nostra singolare follia ci individua, ci rende unici. Dal punto di vista della razionalità, in quanto essere razionali, invece, siamo tutti uguali. L’umanità emerge dalla follia che inizialmente era concepita come il mondo degli dei, mondo che gli uomini hanno ritenuto essere antecedente alla vicenda umana.

Eraclito sosteneva che il dio è una concentrazione di opposti, è follia, è l’indifferenziato, è notte e giorno, inverno e estate, fame e sazietà, guerra e pace. L’uomo (razionale) ritiene invece certa una cosa e sbagliata un’altra, o l’una o l’altra. Per il dio tutto è bello, tutto è buono, tutto è giusto. L’uomo eietta fuori di sé la follia collocandola nel mondo degli dei. Alcuni sostengono che questi ultimi sono la messa in scena mitologica della nostra struttura profonda, inconscia, il nostro inconscio non è solo sessualità e aggressività, ma è anche l’indifferenziato, dal quale sorge una coscienza che guarda. L’indifferenziato è l’origine e l’uomo è in qualche modo affascinato dalla propria origine seppur allo stesso tempo la teme. L’indifferenziato ha la potenza di una divinità, è superiore alle forze della ragione.