Donne analiste: il nesso tra vita e opere

Sabrina Spillrain inizia l’analisi con Jung. Denuncerà lo scandalo di aver avuto un figlio con lui.

Inizia l’analisi con Freud. Pulsione di morte dallo scandalo, inerzia, nirvana, questo tirò fuori dalla sua analisi.

La principessa Buonaparte, dalla sua analisi tirò fuori: la non rinuncia alla posizione aristocratica. Fu una figura aristocratica ma anche democratica. Diede tanti soldi alla causa psicoanalitica. Aveva un problema di frigidità e ne parlò molto con Freud. Si operò per avvicinare il clitoride alla vagina in modo da poter stimolare un godimento vaginale. Questa operazione gli consentì avvicinare il godimento fallico a quello vaginale. Creò una fondazione per consentire alla maggior parte delle donne a questo godimento.

Muriel Gardiner, proveniva da una famiglia puritana americana. Aveva un conflitto tremendo con la madre: mia madre era sempre quella che la sapeva meglio di me. Mother better. La sua analista invece fu messa nella posizione mother not know better.

Salomet, invece, sarà una psicoanalista non interessata al maternage (la questione della madre): si interroga sulla possibile risposta delle donne al godimento. È un’analista del dettaglio, della particolarità. È dedita ad accogliere il particolare.

Jhoan Rivierè aveva accusato Jones di averla sedotta. E’ andata a lamentarsi da Freud. La femminilità risulta essere qui, una mascherata. C’è l’uso femminile del fallo come mascherata. Per Lacan la donna rigetta tutti i suoi attributi per essere il fallo, attraverso il non avere il fallo la donna finisce per essere il fallo.

La femminilità di questi contributi si gioca nell’intreccio delle loro vite e delle loro analisi. Il nesso tra vita e opera è molto evidente. Delle loro vicissitudini sono riuscite a farne qualcosa che è passato anche agli altri: hanno fatto teoria. Hanno fatto passare il loro fantasma nella proprio vita. Hanno trovato un modo interessante per far incidere qualcosa del proprio fantasma. Hanno avuto un potere ma non un peso. In questo senso si avvicinano di più alla posizione radicale dell’analista rispetto al potere. L’analista all’altezza è l’analista che rifiuta l’esercizio del potere, che favorisce l’incidenza della presenza dell’inconscio.  In psicoanalisi non c’è il potere di qualcuno ma il potere di qualcosa. La donna non ha una concezione del potere come la possiamo trovare nell’universo maschile che tende invece ad organizzare il gruppo interno ad un leader.