Charcot

Freud rompe con quella tradizione psicopatologica fondata sugli strumenti diagnostici in grado di produrre l’oggettivazione di segni. La psichiatria si muove dalla causa organica. Cerca di trovare conferme oggettive nella logica descrittiva.

Freud scardina la differenza tra patologico e normale. La sua formazione lo porta ad affrontare i fenomeni psichici come fenomeni organici, e fin dall’inizio mostra una sensibilità clinica eccezionale.

Freud parte dall’isteria. Una patologia che metteva veramente in scacco il sapere medico. Freud parte dall’apporto dell’isteria di Charcot, primo nel dare dignità a questa patologia, ne aveva fatto una classificazione con una diagnostica differenziale: in alcuni casi si potava risalire ad un trauma in altri no. Attraverso l’ipnosi era riuscito a far riapparire le stesse manifestazione che le isteriche mostravano durante le loro crisi. Charcot non era interessato alle cause dell’isteria. Non gli interessava l’eziologia. Per lui la causa dell’isteria era l’ereditarietà, che però, spiega ben poco.

Nel necrologio di Jean-Martin Charcot, Freud, esprime la propria riconoscenza al suo maestro e, allo stesso tempo , ricorda fin dove la sua opera personale si era sviluppata (quella di Freud) grazie proprio all’insegnamento di Charcot. Diretto da lui, Freud, lavorò alla Salpêtrière per 5 mesi (dall’ottobre 1885 al febbraio 1886).

Charcot concepì l’isteria come una delle tante altre neuropatologie. Produsse una dettagliatissima descrizione dei fenomeni isterici, individuandone le ricorrenze sintomatiche, consentì di reperire quei sintomi grazie ai quali è possibile fare una diagnosi di isteria. L’ereditarietà è per lui l’unica spiegazione per l’isteria. Attraverso lo studio dei fenomeni dell’ipnosi nei soggetti isterici, catalizzò l’attenzione su alcuni aspetti fino ad allora non presi in considerazione: il suo prestigio consentì finalmente, di eliminare tutti i dubbi sulla realtà dei fenomeni ipnotici.