Annotazioni cliniche…

…dal Primo Congresso Europeo di Psicoanalisi: PIPOL 5 Esiste la Salute mentale? Bruxelles. 03.07.11

Oggi, si medica il sintomo prima che appaia, si medica il rischio. La prevenzione è generalizzata. L’uso del farmaco è al servizio della prevenzione. Il medicinale preventivo cambia il discorso che accompagna, non tratta il sintomo, ma la sua possibilità che lo accompagna. Il sintomo è il rischio stesso. La pratica psichiatrica è orientata da questo rischio. Il farmaco smette di trattare il sintomo, occupandosi degli indizi di questo. L’effetto sul soggetto è che il farmaco annulla il suo futuro, è un neutralizzatore dei brutti incontri. Si aspetta che il soggetto impari a leggere negli effetti del farmaco gli effetti che il sintomo potrebbe causargli. Il soggetto a volte può trovare l’appoggio del sintomo. Il sintomo può essere una possibile soluzione.

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Assistiamo oggi ad una modifica del Super-io, legge e distruzione della legge viaggiano insieme.

Il Super-io non è più legato alla legge del padre ma all’oggetto che fa le sue veci. Oggi si è passati dal “padre” ai “pari”: peer-to-peer. Si è passato da un Altro agli altri. Il Super-io moderno è l’impero dell’oggetto. Si elimina il grande Altro attraverso il peer, il pari. Si fa il download di file senza passare per il pagamento ad un terzo, gratuitamente, senza passare attraverso l’autorizzazione.

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Paura della legge. Scemando, la legge del padre e l’autorità del padre e della lingua, scendendo in valore gerarchico, conduce ad un aumento esponenziale dell’importanza dell’oggetto che finisce per incarnare il Super-io. Autorità dell’oggetto. L’oggetto ha una sua autorità su di noi. Se c’è qualcosa che non va c’è da prendere una medicina. C’è il soggetto fedele al godimento: non devi essere triste! Con il peer to peer non c’è più il passaggio attraverso il terzo. Ci sono tanti altri che permettono il passaggio attraverso il terzo. Qualcosa è stato rotto nel suo equilibrio del godimento, non la legge dell’oggetto ma la legge classica. Lo sviluppo di una bulimica  ipervalorizzazione dell’oggetto, del consumo, ha portato ad un aumento delle dipendenze, e contemporaneamente ad una forma di feticizzazione che sta diventando la caratteristica di una soluzione patologica del legame sociale. Quindi neanche troppo criticata.

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Homo oeconomicus vs homo structuralis. Il primo deve agire per massimizzare i risultati. Il secondo invece è preda dei dubbi e delle variazioni, soggetto sempre in lotta con se stesso. Stati mentali vs stati nel mondo. Il cognitivismo vuole arrivare ad un uomo Uno, non diviso, mente/corpo, un uomo che possa rifarsi ad una logica quantitativa e quindi calcolabile (homo oeconomicus). Il soggetto di divisione della psicoanalisi viene così riunificato. L’unità dello spirito viene ottenuta a scapito della determinazione delle sue frontiere. La naturalizzazione dello spirito comporta che non si può più distinguere ciò che è in un corpo e ciò che è in un supporto artificiale. Finisce la dualità della cultura umano/natura e conseguentemente abbiamo anche la rottura dello spirito, l’uomo non vuole più essere diviso. Il cognitivismo vorrebbe ritornare all’unità contro la divisione ed inoltre vorrebbe anche lottare contro il “comportamentalismo”, vuole entrare nella scatola nera della mind.

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L’uomo strutturale, l’uomo della psicoanalisi è un uomo diviso contro se stesso. Il cognitivismo comporta anche la rottura dello spirito  con il corpo: possiamo spiegare lo spirito del corpo come ogni sistema di computazione e considerarlo artificiale.  Le tecniche portano il peso di un uomo che è conciliato con se stesso ma che non ha più niente di umano: questa è la parte illiberale del cognitivismo. La psicoanalisi mostra un dualismo: è spirito diviso che non coincide mai con se stesso. La psicoanalisi è, in un certo qual modo, un dualismo e allo stesso tempo un umanismo ed è in contrasto con l’antiumanesimo terapeutico.  Abbiamo una concezione sia dualista che monistica dell’uomo. Attualmente viviamo l’era del monismo naturalista. La naturalizzazione dell’umano va di pari passo con un antiessenzialismo. Non c’è essenza umana. Ciò che resta dell’uomo si dissolve nella natura artificiale. Per la psicoanalisi è possibile partire soltanto dalla parola del soggetto , parola che è possibile solo se c’è l’intenzione di dire.