L’espressione sensibile dei pensieri

3.1 Nella proposizione il pensiero si esprime sensibilmente.

3.11 Noi usiamo il segno sensibile (sonoro o scritto ecc.) della proposizione quale proiezione della situazione possibile.

Il metodo di proiezione è il pensare il senso della proposizione.

3.12 Il segno, mediante il quale esprimiamo il pensiero, lo chiamo segno proposizionale. E la proposizione è il segno proposizionale nella sua relazione di proiezione al mondo.

3.13 Alla proposizione appartiene tutto ciò che appartiene alla proiezione, ma non il proiettato.

Dunque, la possibilità del proiettato, ma non il proiettato stesso.

Nella proposizione non è dunque ancora contenuto il suo senso, ma la possibilità di esprimerlo.

(“Il contenuto della proposizione” vuol dire il contenuto della proposizione munita di senso.)

Nella proposizione è contenuta la forma, ma non il contenuto, del suo senso.

3.14 Il segno proposizionale consiste nell’essere i suoi elementi, le parole, in una determinata relazione l’uno all’altro.

Il segno proposizionale è un fatto.

3.141 La proposizione non è un miscuglio di parole. (Come il tema musicale non è un miscuglio di toni).

La proposizione è articolata.

3.142 Solo i fatti possono esprimere un senso; non una classe di nomi.

[…]

3.1431 Chiarissima diviene l’essenza del segno proposizionale se lo concepiamo composto, invece che di segni scritti, di oggetti spaziali (come tavoli, sedie, libri).

La posizione spaziale reciproca di queste cose esprime allora il senso della proposizione.

Fonte: Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus e Quaderni 1914-1916, Einaudi, Torino, 1979