Nella Mente non vi è alcuna volontà assoluta o libera

Tratto da B. Spinoza, Etica e Trattato teologico-politico, UTET, Torino, 1988, pagg. 178-179

Proposizione XLVIII

Nella Mente non vi è alcuna volontà assoluta o libera; ma la Mente è determinata a volere questo o quello da una causa che è anch’essa determinata da un’altra, e questa a sua volta da un’altra, e cosí all’infinito.

Dimostrazione

La Mente è un certo e determinato modo di pensare (per la Prop. 11 di questa parte), e perciò (per il Cor. 2 della Prop. 17 della I parte) non può essere causa libera delle proprie azioni, ossia non può avere l’assoluta facoltà di volere e di non volere; ma deve essere determinata a volere questo o quello (per la Prop. 28 della I parte) da una causa che è anch’essa determinata, e questa a sua volta da un’altra, ecc. C.D.D.

Scolio

Allo stesso modo si dimostra che nella Mente non c’è alcuna facoltà assoluta di comprendere, desiderare, amare, ecc. Ne consegue che queste e simili facoltà o sono del tutto fittizie o non sono altro che enti Metafisici, ossia Universali, che siamo soliti formare da cose particolari. Cosí che l’intelletto e la volontà stanno a questa o a quella idea, o a questa o quella soluzione, come la “pietrosità” sta a questa o quella pietra, o come l’uomo sta a Pietro e a Paolo. Abbiamo invece spiegato nell’Appendice della I parte la causa per cui gli uomini si ritengono liberi. Ma prima di procedere oltre bisogna qui notare che per volontà intendo la facoltà di affermare e negare, e non il desiderio; intendo cioè la facoltà con cui la Mente afferma o nega che qualcosa è vero o falso, e non il desiderio con cui la Mente desidera o respinge le cose. Ma dopo aver dimostrato che queste facoltà sono nozioni universali che non si distinguono dalle cose singole da cui le formiamo, bisogna ora indagare se le volizioni stesse non siano qualcosa di diverso dalle idee stesse delle cose. Bisogna ricercare, dico, se nella Mente non vi sia un’affermazione o negazione diversa da quella che l’idea implica in quanto idea; […] affinché il pensiero non finisca per diventare una specie di pittura. Per idee non intendo infatti le immagini che si formano in fondo all’occhio, o, se si preferisce, in mezzo al cervello, ma i concetti del Pensiero.