L’alienazione

Riprendendo alcuni temi sviluppati negli ultimi post, l’alienazione è un’alterazione fortemente simbolica che inizia prima che il soggetto nasca. La clinica ci mostra soprattutto i tentativi di separazione falliti. Sono tentativi non riusciti di separazione che si traducono in malessere del corpo. Il corpo lamenta di non poter fare un giro dell’oggetto per provare godimento. Il soggetto psicotico si identifica con l’Altro, e così si aliena nell’Altro, assume il godimento come legge propria. Nell’ossessivo invece abbiamo un eccesso di attenzione. L’isterica si illude di poter desiderare per procura, sposando un uomo che avrebbe dovuto darle attenzione, che non dà e quindi non è all’altezza. L’isteria nasce da una carenza di attenzione. Il desiderio isterico si muove per procura, attraverso il desiderio dell’Altro. Quando l’analisi va avanti ci si accorge della carenza del suo desiderio, ci si accorge che il suo desiderio è fragile come una piantina non annaffiata che ogni volta ricade giù. Un desiderio isterico che se non è annaffiato dalla ninfa del desiderio dell’Altro cade. Il soggetto deve cercare una linfa sua, anche se non si cambierà mai la carenza o l’eccesso di attenzioni avute nell’originario.

L’isterica ha bisogno del desiderio dell’Altro e deve accettare la fragilità del proprio desiderio. Rimarrà sempre la nostalgia della Cosa. L’essere umano è l’unico essere che ha nostalgia di qualcosa che non ha mai conosciuto, la vita intrauterina. La separazione è ciò che può far vivere il soggetto. La separazione implica un desiderio. Nell’isterica si tratta del desiderio senza oggetto, non serve a nulla cambiare oggetto (marito). La separazione è l’unico modo per avere un minimo di godimento. Senza una separazione, senza un minimo di godimento, non si può vivere (droga, o mancanza del cibo). Per arrivare al godimento Antigone ha bisogno di una trasgressione, mettendo in pericolo la sua vita.