Decostruzione e giustizia

Come si conserva un teorema? Solo la scrittura “tradizionalizza” le scoperte, compreso le scoperte matematiche. La scrittura fa si che l’idea sopravviva.  Questo è Husserl che si interroga sull’origine della geometria. Sulle idealità geometriche che sembrano sospese sulle cose umane, come se non avessero niente a che fare con l’uomo.

Per Derrida, la registrazione della tecnica non è qualcosa di esterno all’idea: fa parte dell’idea stessa. Nella idealità è incluso il fatto di poter essere registrata e salvata. La scrittura è qualcosa che sta alla base dell’idea, qualcosa di fondativo dell’idealità stessa.

Derridà riscopre il pensiero di Marx nell’idea di giustizia nel mondo. È necessario, secondo il filosofo francese, tenere presente che questo mondo non è solo spirituale ma anche permeato dalla tecnica. In Marx si riattualizza il discorso di Amleto che dice che il mondo è uscito dai sui cardini, ha perso il controllo di sé, ha perso le sue origini. Lo spirito esiste ma esso ha le sue radici nella materialità dell’esistenza. Ciò ha la funzione di fare spazio ad un’idea di giustizia. Per Derrida la giustizia è l’in-decostruibile. C’è una necessità di giustizia. La decostruzione ha la funzione proprio di portare alla giustizia. È l’impulso etico del decostruzionismo. Analizzare e decostruire come missione di giustizia.