La ragione dopo Freud

La funzione del soggetto emerge dal cogito cartesiano. È il soggetto moderno. È il soggetto che nasce con l’atto del cogito ergo sum. Il Cogito ergo sum fonda il soggetto della coscienza, colui che cogita, ma non solo. E’ il soggetto della coscienza e della conoscenza, ma fonda anche un resto. Laddove penso là sono. Fondamento dell’essere nel pensiero. È un fondamento. Ma anche un limite che lascia fuori un resto. È  ciò che costituisce la rivoluzione copernicana di Freud. Freud indica un posto per il soggetto che non è centrale, come il sole nell’universo precopernicano. Il posto del soggetto che Freud indica è il posto del significante. Cioè Freud indica ciò che rimane fuori dal cogito. Un soggetto che non è soggetto del pensiero. È qui che si installa la problematica dell’identificazione: chi sono io? Cos’è la ragione dopo Freud: quando parlo non sono lo stesso che colui di cui parlo. Quando parlo non sono lo stesso di colui di cui penso. Penso dove non sono (psicoanalisi), sono dove non penso (scienza).

Il sintomo è determinato dalla metafora. Gli enigmi del desiderio, quelli che per gli uomini della scienza diventano irrisolvibili. Il desiderio si costruisce nella mancanza di senso, nel difetto di senso, per questo parliamo. Il desiderio è indistruttibile. È legato alla struttura del linguaggio in cui il soggetto finché vive, vive. Il soggetto scorre nel più e nel meno.

Il desiderio è morto: è sin dall’origine morto, esiste solo nel rimando significante. Nel rinvio da un significante all’altro. Nel rinvio dei significanti che hanno marcato la storia soggettiva a cui il soggetto rimane fissato. Il transfert è un trasferimento dei significanti in un momento preciso in cui si è fissato. È un effetto del funzionamento del linguaggio. Il desiderio è fatto così. Il desiderio è il desiderio di niente. È desiderio morto.