Sulla grammatica

Grammatica

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L’ essenza è espressa nella grammatica. (371)

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Che tipo di oggetto una cosa sia: questo dice la grammatica. (Teologia come grammatica.) (373)

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La grammatica non dice come il linguaggio debba essere costruito per adempiere al suo scopo, per agire sugli uomini in questo modo così e così. Essa descrive soltanto, ma non spiega in nessun modo, l’ uso dei segni. (496)

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Le regole della grammatica si possono chiamare “arbitrarie”, se con ciò si vuol dire che lo scopo della grammatica è soltanto quello del linguaggio. Se uno dice “Se il nostro linguaggio non avesse questa grammatica, non potrebbe esprimere questi fatti” – chiediamoci che cosa significhi, qui, “potrebbe”. (497)

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Vero e falso è ciò che gli uomini dicono; e nel linguaggio gli uomini concordano. E questa non è una concordanza delle opinioni, ma della forma di vita. (241)

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il modo di comportarsi comune agli uomini è il sistema di riferimento mediante il quale interpretiamo una lingua che ci è sconosciuta. (206)

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Si potrebbero immaginare uomini che posseggano qualcosa non del tutto dissimile da un linguaggio: segni fonetici, senza lessico o grammatica. (‘Parlare con le lingue’) (528)

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“Ma che cosa costituirebbe, qui, il significato dei suoni?” – Che cos’è il significato in musica ? Benché io non voglia affatto dire che questo linguaggio dei gesti sonori dovrebbe venir paragonato alla musica. (529)

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Il comprendere una proposizione del linguaggio è molto più affine al comprendere un tema musicale di quanto forse non si creda. Ma io la intendo così: che il comprendere la proposizione del linguaggio è più vicino di quanto non si pensi a ciò che di solito si chiama comprendere il tema musicale. (527)

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“Ma certamente quest’ ipotesi ha un senso giusto!” – Si, in circostanze ordinarie queste parole e queste immagini hanno un’ applicazione che ci è familiare. – Se però assumiamo un caso in cui questa applicazione viene a mancare, diventiamo coscienti, per così dire per la prima volta, della nudità delle parole e dell’ immagine. (349)

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Noi parliamo del comprendere una proposizione, nel senso che essa può essere sostituita da un’ altra che dice la stessa cosa; ma anche nel senso che non può essere sostituita da nessun’ altra. (Non più di quanto un tema musicale possa venir sostituito da un’ altro. Nel primo caso il pensiero della proposizione è qualcosa che è comune a differenti proposizioni; nel secondo, qualcosa che soltanto queste parole, in queste posizioni, possono esprimere. (Comprendere una poesia.) (531)

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Dunque qui “comprendere” ha due significati differenti ? – Preferisco dire che questi modi d’ uso di “comprendere” formano il suo significato, il mio concetto del comprendere. Perché voglio applicare comprendere a tutte queste cose. (532)

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Nell’ uso di una parola si potrebbe distinguere una ‘grammatica superficiale’ da una ‘grammatica profonda’. Ciò che si imprime immediatamente in noi, dell’ uso di una parola, è il suo modo d’ impiego nella costruzione della proposizione, la parte del suo uso – si potrebbe dire – che possiamo cogliere con l’ orecchio. – E ora confronta la grammatica profonda della parola “intendere” con quello, poniamo, che la sua grammatica superficiale ci lascerebbe indovinare. Nessuna meraviglia se troviamo difficile orientarci. (664)

Fonte: Ludwig Wittgenstein, Ricerche filosofiche, Einaudi, Torino, 1999