Uno e molteplice

Fonte: Platone, Opere, vol. I, Laterza, Bari, 1967, pag. 527. Parmenide, 129 b-e

[129 b] […] [Parla Socrate rivolgendosi a Zenone] Cosí non è assurdo dimostrare che tutto è uno perché partecipa del genere dell’uno e che lo stesso tutto è molteplice perché d’altra parte partecipa del genere della molteplicità; mentre avrò già ragione di meravigliarmi se si riuscirà a dimostrarmi che ciò che è in quanto uno per ciò [c] stesso è molteplice e ciò che è in quanto molteplice per ciò stesso è uno. Queste osservazioni si possono estendere a tutti gli aspetti della realtà. Ci sarebbe da stupirsi a sentir dimostrare che un genere o una specie, come tali, siano affetti entro se stessi da queste opposte affezioni, ma non ci sarà niente di strano, se uno dimostrerà che io stesso sono uno e molti dicendo, per esempio, per provare la mia molteplicità, che io ho una parte destra diversa da una parte sinistra, e un davanti diverso da un dietro, e cosí una parte superiore e una parte inferiore – anch’io, lo credo, partecipo infatti della molteplicità – e invece, per provare la [d] mia unità, affermerà che di noi sette uomini io sono uno, partecipe anche dell’uno. I due giudizi cosí sono dimostrati entrambi veri. Quando dunque, riferendosi ad oggetti di questo tipo, uno si proverà a dimostrare che lo stesso oggetto è uno e molteplice, per esempio pietre, legni e simili, noi diremo che dimostra che qualche cosa è una e pure molteplice, ma non che il genere dell’uno come tale è molteplicità, o che il genere della molteplicità come tale è unità; e non dice niente di straordinario, ma cose su cui tutti potremmo essere d’accordo. Se invece, degli oggetti di cui parlavo poco fa, uno prenda dapprima separatamente gli aspetti uno per uno, per esempio somiglianza [e], dissomiglianza, pluralità, uno, quiete, moto e ogni altro simile, e poi li dimostri tali da potersi mescolare insieme, allora sí, Zenone, io me ne rallegrerei straordinariamente. Tu hai condotto a termine, a mio parere, la tua opera con grande ardimento, ma, come ti dico, sarei veramente molto piú lieto se qualcuno sapesse mostrare e spiegare questa stessa difficoltà che nei generi della [130 a] realtà è in mille modi intrecciata, cosí come voi faceste per la realtà sensibile, anche per quel piano di realtà che vien colto dal ragionamento.