Soggetto-oggetto

Tratto da Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XVIII, pagg. 90-91 – F. W. J. Schelling, Primo abbozzo di un sistema della filosofia della Natura, Introduzione

Come sia possibile un mondo fuori di noi, come sia possibile una Natura e con essa l’esperienza, sono domande che dobbiamo alla filosofia, o, meglio, è proprio conqueste domande che è sorta la filosofia […].

Non appena l’uomo si mette in opposizione col mondo esterno, il primo passo verso la filosofia è fatto. è con quella separazione che incomincia la riflessione; d’ora innanzi l’uomo separa ciò che la Natura aveva unito per sempre, separa l’oggetto dall’intuizione, il concetto dall’immagine, e infine (facendosi oggetto a se stesso) se stesso da se stesso.

Ma questa separazione è soltanto mezzo, non fine. Infatti l’essenza dell’uomo è l’azione. Ma quanto meno egli riflette su se stesso, tanto piú è attivo. La sua attività piú nobile è quella che ignora sé stessa. Non appena egli si fa oggetto a se stesso, quello che agisce non è piú l’uomo intero: egli ha soppresso una parte della sua attività per poter riflettere sull’altra […].

La mera riflessione è dunque una malattia dello spirito umano, non solo, ma quando estende il suo dominio su tutto quanto l’uomo, è quella malattia che uccide in germe la sua piú alta essenza, ed alle radici la sua vita spirituale, che rampolla solo dall’identità. Essa è un male che accompagna l’uomo nella vita, e distrugge in lui ogni intuizione anche nel caso dei piú comuni oggetti della conoscenza. La sua opera di scissione non si limita però soltanto al mondo fenomenico: essa, separando da quest’ultimo il principio spirituale, riempie il mondo intellettuale di chimere, contro le quali, poiché stanno del tutto al di là della ragione, non è possibile lotta alcuna. Considerando il mondo come una cosa in sé che né intuizione né immaginazione, né intelletto né ragione riescono a raggiungere, essa rende permanente quella separazione fra l’uomo e il mondo.

Di contro ad essa sta la vera filosofia, che considera la riflessione in generale come semplice mezzo. La filosofia deve presupporre quella separazione originaria, giacché senza di essa non avremmo alcun bisogno di filosofare.

Perciò essa non accorda alla riflessione che un valore negativo. La vera filosofia parte da quella separazione originaria per riunire con la libertà ciò che nello spirito umano era originariamente e necessariamente unito, cioè per superare per sempre quella separazione.