Questioni preliminari 2

La funzione dei colloqui preliminari è la trasformazione della domanda in modo tale che possa mediare ed articolare dialetticamente il sintomo al transfert. Nel trattamento delle nevrosi è il sintomo a causare la domanda, è il sintomo che indirizza la domanda verso un possibile transfert. Il trattamento preliminare nella clinica delle nevrosi si realizza in una duplice trasformazione della domanda. La prima è definita da Lacan come “rettificazione soggettiva dei rapporti del soggetto col reale”, la seconda come isterizzazione del discorso[1]. La prima evidenzia la trasformazione etica della domanda, la seconda una trasformazione euristica. La prima si rifà all’immagine hegeliana dell’anima bella che giudica tutte le nefandezze del mondo senza nulla fare per contribuire a cambiarlo. Hegel a tal proposito parla di scissione fra giudizio e azione. L’anima bella è, dal punto di vista clinico, quella posizione in cui il soggetto, estraniandosi dai fatti che lo riguardano, si considera innocente proprio rispetto alle cause di quella sofferenza che patisce. La trasformazione etica della domanda è possibile attraverso la sottolineatura della responsabilità che il soggetto ha nella costruzione e perseverazione delle condizioni alla base della sofferenza. È necessario, in altre parole, mettere a lavoro nel soggetto la l’aspetto etico della colpa e della responsabilità.

L’altra trasformazione della domanda possibile attraverso il trattamento preliminare è quella euristica, ovvero quella che sottolinea la dimensione dinamica della verità. La richiesta d’aiuto, sempre collegata ad un oggetto immaginario, ossia ad una soluzione empirica di quel male che attanaglia, mette in secondo piano la volontà di sapere, facendo emergere la volontà di guarire senza volerne sapere. Il preliminare, in questo caso, consisterebbe nel favorire un’interrogazione sulla causa della sofferenza, affinché il soggetto metta in moto una ricerca euristica della verità. La verità della causa diventa più importante dello sradicamento della sofferenza, il desiderio di sapere deve emergere rispetto a quello di guarire: ecco l’isterizzazione del discorso, il discorso incentrato su una necessità di decifrazione che va aldilà della domanda di cura.


[1] La prima trova la sua articolazione ne La direzione della cura e il principi del suo potere, la seconda invece la troviamo nel Seminario XVII. Il rovescio della psicoanalisi