Spesso ci si rappresenta la terapia familiare come un intervento in cui i singoli sono trattati in gruppo. Non è così. I membri di una famiglia possono essere visti singolarmente, separatamente e/o, per alcune sedute, insieme, variando le combinazioni. La psicoterapia familiare agisce non solo su chi è presente nella stanza di terapia in quel momento. Il lavoro terapeutico può agire sul consolidamento della coppia, svolgersi in sedute individuali, coinvolgere il figlio adolescente o, in alcuni casi fratelli, nonni o parentela allargata se necessario. Ogni individuo è irretito nella rete simbolica del proprio romanzo familiare e ne è determinato: ogni singolo è interdipendente simbolicamente con gli altri.
Il gruppo familiare influenza i singoli e i singoli influenzano il gruppo familiare, in modo circolare. L’osservazione delle interazioni, la loro messa in logica, la slatentizzazione del non detto che spesso accompagna certi comportamenti autodistruttivi aiuta ad oltrepassare quei circoli viziosi che si ripetono in modo patologico. Insomma, in alcuni casi, per intervenire su alcuni sintomi è necessario intervenire sull’intero contesto di vita dell’individuo altrimenti non sono possibili cambiamenti di sorta. Di quali sintomi parliamo? Condotte problematiche dei figli, difficoltà scolastiche di questi ultimi, dipendenze, aggressività, difficoltà relazionali, conflittualità, problematiche alimentari, ansia e attacchi di panico, depressione, psicosi.
La terapia familiare può essere consigliate per le famiglie, le coppie, i genitori che affrontano un momento difficile: un dubbio in merito ai figli, una crisi della coppia, una specifica fase della vita familiare, difficoltà genitoriali, problematiche sessuali, relative alla separazione, a problematiche relative all’adozione.
La terapia familiare può essere molto utile anche in quei casi in cui nel contesto familiare sono presenti soggetti affetti da gravi sindromi cliniche. In questo ultimo caso, l’intervento terapeutico può accogliere non solo le problematiche del paziente in questione ma anche quelle dei caregiver. È molto utile cioè in quei casi in cui sono presenti disturbi psichiatrici gravi (psicosi, depressioni, gravi disturbi di personalità, sindromi degenerative…).
Una famiglia in difficoltà favorisce l’acuirsi di certe condizioni cliniche già difficili per alcuni pazienti, essendoci una maggiore sensibilità verso gli stimoli esterni alla famiglia. La riduzione degli stress psicologici, ambientali, sociali, la riduzione dello stress derivante dalle interazioni familiari disfunzionali, la riorganizzazione degli spazi vitali, consente di migliorare le condizione cliniche dei pazienti ma anche alleggerire il carico dei caregiver.
Molti sono gli studi a supporto dell’efficacia della psicoterapia familiare in grado di ottenere: miglioramento del benessere familiare, incremento della partecipazione del paziente alla riabilitazione psichiatrica, aumento delle possibilità di occupazione lavorativa, diminuzione dei sintomi psichiatrici, miglioramento del funzionamento sociale, diminuzione del disagio familiare e riduzione dei costi delle cure in genere. Attraverso il coinvolgimento delle famiglie e dei pazienti è possibile instaurare un rapporto di collaborazione per superare problemi connessi al grave disturbo, è possibile condividere alcune conoscenze sul disturbo, sul suo trattamento, sulle strategia che la famiglia e il paziente possono mettere in atto per fronteggiare i sintomi e i deficit. A volte può essere utile anche vagliare insieme delle vere e proprie tecniche di problem solving per superare i problemi che ostacolano il benessere del paziente e della famiglia stessa.