La scrittura

Derrida amava spedire una cartolina con una immagine di Socrate e Platone: un filosofo che dettava e l’altro che scriveva. Chiunque penserebbe che il filosofo che scrive è Platone e quello che detta Socrate. Sulla cartolina di Derrida, invece, è esattamente il contrario. Abbiamo un inversione di rapporto tra parola e scrittura. La scrittura che precede la parola. Le parole devono essere decodificate per essere comprese. Non ci inventiamo le parole. Quando parliamo ci riferiamo ad un codice. Qualcosa di prescritto, di preregistrato abita la nostra mente, è qualche cosa che rende possibile il libero parlare, quel libero pensare che consideriamo assolutamente spontaneo.

La scrittura, ad un certo punto, sembrava potesse uscire dalla società moderna. L’idea predominante considerava che la scrittura sarebbe scomparsa. Avremmo avuto un mondo fatto di telefoni, radio, media, un mondo fatto solo di immagini. In Della Grammatologie, Derrida, nel 1967, la pensa diversamente: la scrittura non scomparirà. Forse assisteremo alla fine del libro,  ma ci sarà invece l’esplosine della scrittura. È così è stato. Infatti, la rete è uno universo principalmente scritto. I vari sistemi di registrazione sono dei sistemi di scrittura. Addirittura si potrebbe dire che la nostra è la società dell’archiviazione, della registrazione.

Ciò che chiamiamo presenza, la vita, è caduco, è destinato a morire. La scrittura ha reso possibile l’addomesticamento del pensiero, la scrittura ha consentito l’evoluzione del pensiero, favorendo il processo di astrazione, la nascita della logica, dell’analisi, della sintesi, dell’ipotesi e la formazione di nuove teorie. Grazie alla scrittura è possibile l’innovazione, grazie all’oggettività e al distacco. La scrittura ha reso meno importante la memoria. Se per gli occidentali è molto difficile ricordare i nomi dell’avi, nelle società ad oralità diffusa ciò risultava molto importante, per esempio per dimostrare il diritto di possesso di una proprietà.

La lettura, rispetto alla oralità, è un processo soggettivo incentrato su una metabolizzazione privata. La scrittura permette di collegare il pensiero concreto dell’esperienza al pensiero astratto. L’avvento della scrittura ha favorito il progresso dell’umanità, della poesia, della letteratura, ma anche dei sentimenti. Il poeta sarebbe stato impensabile in una società ad oralità diffusa. Tra le altre cose, senza la scrittura non ci sarebbero stati gli “intoccabili” testi sacri delle varie religioni.